Cna, le imprese della Piana a confronto con i parlamentari

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A quasi sei mesi dall’inizio della nuova Legislatura le imprese della Piana Fiorentina sono tornate a confrontarsi con alcuni degli eletti: Emiliano Fossi (Pd) e Erica Mazzetti (Forza Italia). L’incontro, introdotto e moderato da Paolo Conti, presidente di CNA Piana Fiorentina, si è svolto ieri sera nella sede sestese dell’associazione alla presenza di Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana e di Fabrizio Cecconi, segretario generale dell’associazione.

Tanti i temi di interesse economico sollevati dagli imprenditori di un territorio che conta 11.494 imprese attive (il 13% del totale della area metropolitana fiorentina) per il 38% artigiane.

A tenere banco i costi energetici e la legittima richiesta di informazioni in merito a se e come Roma intenda attuare una seria politica energetica nazionale. Mazzetti ha sottolineato l’importanza del mix energetico che abbini al fotovoltaico anche altre forme di energia. Ha ricordato i fondi stanziati dal Governo per i bonus e l’importanza, per contenere i costi, di una politica energetica europea. Fossi ha detto di ritenere l’argomento una sfida cruciale su cui la classe politica è chiamata a confrontarsi, facendo ciò che non ha fatto fino ad ora.

Non è stata però calata sul piatto nessuna strategia con cui lo Stato possa intervenire per limitare il prezzo del gas/energia, quasi suggerendo che gli Stati possano essere superati dai mercati.

“Un conto è il costo del gas fissato ad Amsterdam, sul quale per altro ci sarebbe da discutere, un altro una serie di azioni che Roma potrebbe benissimo attuare – commenta Conti – Un esempio? Nel caso delle comunità energetiche, consentire la vendita diretta del surplus a chi, imprese e cittadini, ne abbia bisogno, superando la mediazione dei fornitori di energia che pagano poco il produttore e fanno pagare alquanto l’acquirente”.

Altro tema caldo, la mancanza di personale, problema che, pur colpendo trasversalmente ogni comparto e presentandosi in forme diverse (nella moda anche come delocalizzazione interna verso grandi gruppi, fenomeno che rischia di prosciugare l’artigianato locale) è sostanzialmente sottovalutato dalla politica che non dà vita a seri programmi formativi. Mazzetti ha sostenuto che gli IFTS costituiscono una prima risposta al problema e che gli interventi del PNRR in materia ne rappresentano una seconda. Ha sottolineato inoltre l’importanza della collaborazione tra scuola e categorie economiche. Anche per Fossi la formazione tecnica, professionale deve essere collegata al tessuto economico-produttivo. Ha proposto inoltre il finanziamento del passaggio generazionale.

In un territorio ferito dal caso GKN non poteva non essere dibattuto il tema delle delocalizzazioni che la platea ha proposto di affrontare non con limitazioni alla libertà d’impresa, ma risolvendo i motivi che spingono un’impresa a trasferirsi altrove, in breve, rendendo competitivo un sistema come il nostro costituito da un universo di PMI, spesso familiari. Per Fossi, la parola chiave è collaborazione: occorre che le classi dirigenti locali considerino l’area fiorentina un tutt’uno e facciano scelte collaborative per ordinare le priorità, tanto per le infrastrutture immateriali, come appunto la formazione, che materiali. Anche per Mazzetti occorre fare sistema, oltrepassare le ideologie che frenano le iniziative e guardare alla Toscana come ad un unicum integrato.

“Attrarre le aziende è una necessità, non una speranza. Siamo un indotto eccezionale, ma ci serve una forza trainante che, spesso, viene da fuori. Eppure abbiamo assistito ad una schizofrenia di scelte politiche annunciate e non attuate che tutto fanno tranne che rendere il territorio attrattivo” ha commentato Cioni riferendosi in particolare allo Scudo verde di Firenze, al perdurare della mancanza di un piano rifiuti, all’introduzione di un pedaggio verso una sola categoria di persone (gli autotrasportatori) come conditio sine qua non per rendere funzionale un’infrastruttura (la Fi-Pi-Li), alla questione Superbonus in cui i crediti incagliati rischiano di innescare una lunga serie di chiusure di attività con conseguente perdita di posti di lavoro.

Quanto alla settimana corta, Cioni la “ritiene possibile forse per le industrie, ma non per le Pmi. Prima di diminuire la settimana lavorativa di un giorno, integriamo i salari, per esempio defiscalizzando i premi per i dipendenti o riducendo il numero dei contratti di lavoro e spazzando via immediatamente quelli che si avvicinano a forme di schiavitù”.

La Piana Fiorentina, negli ultimi dieci anni, ha registrato un calo della vocazione imprenditoriale, perdendo l’1,8% delle sue attività e ben il 6,2% di quelle artigiane. A perdere tutti i Comuni tranne Sesto Fiorentino, in cui le imprese sono invece cresciute del 2.6%. Tra i comparti più forti della Piana, le difficoltà sono state maggiori per le costruzioni (-16% di imprese) ed il commercio (-7%). Stabile il manifatturiero ed in crescita i servizi (+18%).

Le imprese a fine 2022 si concentrano prevalentemente a Sesto Fiorentino (vi hanno sede il 39% delle aziende), seguito da Campi Bisenzio (30%), Calenzano (16%) e Signa (15%).

All’incontro erano presenti anche dirigenti CNA di altri territori e mestieri, tra cui Luca Tonini, presidente CNA Toscana, Simone Balducci, presidente CNA Scandicci Lastra a Signa e Mariano Galliano, presidente trasporto merci. Cioni e Fossi erano collegati via Zoom.

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