Si è tenuta domenica 4 febbraio la commemorazione della strage del Collegino di Colonnata, a 74 anni dalla tragedia costata la vita a 23 bambini tra i 6 e i 13 anni e al giovane sacerdote che li accompagnava.
Alle 11,30 presso il tabernacolo di via delle Porcellane, luogo dove avvenne la tragedia (LEGGI QUI), il sindaco Lorenzo Falchi ha tenuto un breve discorso davanti ad un nutrito gruppo di persone tra le quali anche alcuni giovani calciatori del Rinascita Doccia.
“In queste occasioni è importante che il ricordo possa far maturare in ognuno di noi ancor di più l’idea del ripudio della guerra. Anche perché alcune conquiste, che pensavamo fossero ormai acquisite, sono invece costantemente rimesse in discussione. Ogni anno nel mondo si contano a centinaia di migliaia le vittime della guerra. Tra questi molti sono bambini. Anche in casa nostra, in Italia, in Europa, vediamo il continuo alimentarsi della violenza e dell’odio. Il ritorno dei movimenti fascisti e nazisti.
I fatti di ieri a Macerata hanno sconvolto tutti: una persona che ha deciso di uscire di casa e sparare alle persone che trovava sul suo cammino solo perché avevano la pelle di colore diverso dal suo. Quella persona sarà forse anche uno squilibrato, ma grandi responsabilità risiedono anche in coloro che alimentano il clima di odio, di scontro e di paura che porta al razzismo. Certi fatti non sono più ammissibili. Il fascismo e il nazismo non erano e non sono opinioni come le altre. Il nazismo e il fascismo hanno causato la guerra e drammi come quelli che stiamo ricordando oggi. Il nazismo e il fascismo sono la violenta negazione delle altre opinioni. Questo dobbiamo tenerlo a mente e non solo davanti a questo tabernacolo che ricorda la vita strappata a 24 giovani vittime. Giusto quindi il ricordo di tragici eventi come questi, ma, affinché non si tratti solo di retorica, è necessario contestualizzarli al giorno d’oggi in modo che siano da monito per tutti noi che comunque abbiamo una grossa responsabilità: far sì che fatti come questo non si realizzino mai più e che il clima di odio, che purtroppo stiamo vivendo, in futuro non sia presente nella nostra società.
Solo così potremo lasciare a chi verrà dopo di noi un mondo migliore rispetto a quello che abbiamo trovato”.