“Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona”, così recitava una canzone di Gaber del 1992.
Berlinguer era davvero una una brava persona e, anche se i motivi per essere comunisti in Italia erano molti di più, è vero che molti si avvicinarono a quel partito anche per il suo carisma di uomo onesto, schivo e risoluto.
Dopo il malore sul palco di un comizio a Padova e la sua morte, la parola ‘comunista’ ha perso molto del suo significato, ma niente ha intaccato la figura del celebre politico di Sassari. E quando, oggi più di ieri, vediamo come i partiti siano diventate “macchine di potere e clientela” non possiamo dimenticarci del richiamo a quella questione morale che lui sollevò dieci anni prima di Mani Pulite e, allo stesso tempo, non possiamo non renderci conto dell’irripetibile occasione che abbiamo perduto.
Questo e molto altro è stato magistralmente raccontato durante lo spettacolo “Con Berlinguer dalla parte dei giusti”, interpretato da Stefano Naldoni e Giulio Meloni della Compagnia Teatrale Pizzichi di Sale accompagnati dalle musiche dei Limite 60.
Un viaggio in parole e musica nella vita di Enrico Berlinguer e nell’Italia dei suoi anni che, nella serata di venerdì 15 marzo, ha riscosso un grande successo di pubblico alla Casa del Popolo di Querceto.
Segno, questo successo, di come nessuno abbia saputo raccogliere fino in fondo la sua eredità lasciandoci proprio come il gabbiano di Gaber:
senza più neanche l’intenzione del volo
perché ormai il sogno si è rattrappito
DANIELE NICCOLI