“Dentro l’opera di don Milani”: tutto esaurito alla biblioteca Ragionieri

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La sala Vincenzo Meucci della biblioteca comunale Ernesto Ragionieri di Sesto Fiorentino si è riempita oltre la sua capienza in occasione del convegno “Dentro l’opera di don Milani” svoltosi giovedì 23 febbraio a partire dalle ore 17.

L’evento è stato organizzato da Comune di Sesto Fiorentino e gruppo La Soffitta Spazio delle Arti che ha curato anche la mostra “Don Milani, un prete maestro” in corso di svolgimento, sino al 5 marzo prossimo, nell’omonima galleria d’arte situata al secondo piano del Circolo Arci-Unione Operaia di Colonnata.

All’appuntamento hanno partecipato molti rappresentanti della varie associazioni che conservano le memorie della vita di don Milani e anche tanti giovani, soprattutto studenti del liceo scientifico Agnoletti di Sesto Fiorentino di cui erano presenti le classi terza H, terza I e quinta I.

A dare il “la” all’incontro è stato il responsabile del gruppo La Soffitta Spazio delle Arti e presidente del Circolo Arci-Unione Operaia di Colonnata, Francesco Mariani, che ha sinteticamente spiegato il progetto della mostra: “Abbiamo voluto celebrare don Lorenzo Milani nel cinquantesimo della sua scomparsa raccogliendo le più belle immagini che raccontano la sua esperienza di maestro dei giovani. Ringrazio Fondazione Don Lorenzo Milani, Gruppo Don Lorenzo Milani di San Donato di Calenzano e Centro Formazione e Ricerca Don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana di Vicchio che ci hanno fornito il materiale; invito tutti a visitare l’esposizione. In mostra c’è anche un coinvolgente video che ci trasporta nel clima della scuola di Barbiana e siamo convinti che la mostra sarà ricordata a lungo per le emozioni che regala. Ma non poteva mancare un momento di riflessione sugli insegnamenti di don Milani ed abbiamo pensato a questo convegno”.

Il primo intervento è stato di Marco Bontempi, docente di sociologia all’Università di Firenze e presidente dell’Istituzione culturale e Centro di documentazione Don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana di Vicchio. “Perché ci dovrebbe interessare l’esperienza di Barbiana oggi? – ha chiesto alla platea il professore -. Forse un insegnante potrebbe cercare di comprendere, per riutilizzarlo in parte, il suo metodo visto che lì si studiava dalla mattina alla sera tutto l’anno, senza che ci fossero giorni di vacanza. Ma è probabilmente la sua capacità di ‘dare la parola’ ai suoi allievi che ancora oggi colpisce maggiormente.

In particolare – prosegue Bontempi – è da sottolineare l’uso della scrittura collettiva: si mettono delle idee scritte in un contenitore, poi si discute su quello che si pesca, ma nessuno sa chi ce l’ha messo. Così viene cancellato l’autore e sparisce anche l’insegnante come perno e lo si trasforma in una figura di servizio. Insomma, si fa una cosa insieme nel senso reale del termine. E poi l’uso efficace dell’apprendimento attraverso l’esperienza pratica: per esempio per comprendere il sistema solare hanno costruito un planetario di legno, per capire la fisica una piscina e così via. In quegli anni ha fatto fare ai suoi ragazzi l’esperienza dei valori evangelici trasformandoli in uomini con una coscienza critica libera e una visione della società permeata sulla giustizia”.

Mario Lancisi, giornalista e autore del volume “Processo all’obbedienza. La vera storia di don Milani”, edito da Laterza, ha poi dato alla platea una efficace scaletta di date per comprendere bene l’evoluzione del percorso fatto da don Milani.

Lorenzo Milani Comparetti – ha ricordato Lancisi – è nato il 27 maggio 1923 a Firenze in una famiglia ricca, colta e agnostica. Vent’anni dopo si converte al cristianesimo e sceglie di servire Dio come sacerdote a disposizione dei più poveri. Il 3 luglio 1947 viene ordinato sacerdote e inviato come cappellano a San Donato di Calenzano. Sette anni dopo c’è il trasferimento punitivo a Barbiana. Nel 1958 scrive il suo unico libro, ‘Esperienze pastorali’ che il Sant’Uffizio ritenne inopportuno. Nel ’65 Ammannati gli porta a Barbiana un comunicato dei cappellani militari di Firenze che definiva l’obiezione di coscienza una viltà e da lì nascerà la ‘Lettera ai cappellani’ per cui fu denunciato e si andò, nel ’66, al processo. In primo grado l’assoluzione, in appello la condanna che gli ha lasciato l’impronta di reo. Nel giugno 1967 muore, un mese dopo l’uscita di ‘Lettera a una professoressa’. Lo ritengo uno dei più grandi pensatori del XX secolo; ha toccato i grandi temi della pace e del primato della coscienza. Certamente con ‘Esperienze pastorali’ ha anticipato la riforma della Chiesa avvenuta con il Concilio Vaticano II”.

Maresco Ballini, presidente del Gruppo Don Lorenzo Milani di San Donato di Calenzano ha poi focalizzato l’attenzione di tutti su “I sette anni di don Milani a Calenzano e l’esperienza unica della Scuola popolare”.

E’ stato un uomo sorprendente. Dopo aver parlato con tutti comprese che per insegnare il Vangelo doveva partire da una scuola per i giovani operai e contadini dai 14 anni in su. Cominciava con le lezioni alla 8 e mezzo di sera e andava avanti finché c’era qualche ragazzo. Gli obiettivi erano due: il recupero scolastico e fare da scuola di vita. Siamo arrivati a essere anche in 130 a gravitare attorno alla Scuola popolare. Nei suoi scritti, soprattutto in ‘Esperienze pastorali’, ha lasciato molte frasi che ne identificano lo spirito, ma fondamentalmente ci insegnava come essere persone capaci di dare l’esempio. Quando poi fu trasferito a Barbiana non lo abbandonammo. Ogni settimana qualcuno di noi andava da lui per aiutarlo in quello che serviva fare. E’ stato un legame unico. Ci chiamava ‘figlioli’ e per noi è stato indubbiamente un secondo padre”.

Sandra Gesualdi, della Fondazione Don Lorenzo Milani, ha quindi portato in evidenza la testimonianza di suo padre Michele raccontata nel volume “Don Lorenzo Milani. L’esilio di Barbiana” edito dalla San Paolo.

Barbiana è stato davvero un esilio – ha sottolineato Gesualdi ma nonostante questo don Milani non solo non ne è mai voluto sfuggire, bensì ci ha costruito il suo pulpito naturale grazie al quale ha lasciato un segno indelebile. Lui è stato un prete obbedientissimo che applicava alla lettera i dettami del Vangelo. E chi fa così è travolgente e scomodo per il mondo. Per i ragazzi è stato il maestro che ha formato delle coscienze mature per riequilibrare la società nella direzione della giustizia; dunque cittadini sovrani. Il libro racconta un’esperienza di reciprocità e di amore. Perché don Milani prima di tutto voleva bene ai suoi allievi e sulla base di questo ha costruito tutto. Non a caso i più grandi pian piano diventavano maestri dei più piccoli in un cammino di fratellanza costante. Perché Barbiana era davvero una grande famiglia”.

In chiusura anche Mario Rosi del Gruppo Don Lorenzo Milani di San Donato di Calenzano e Nevio Santini del Centro Formazione e Ricerca Don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana di Vicchio hanno raccontano alcuni suggestivi aneddoti sulle loro esperienze personali in un clima di grande simpatia.

La mostra “Don Milani, un prete maestro” resterà aperta presso La Soffitta Spazio delle Arti sino al 5 marzo con i seguenti orari: feriali 21-23, sabato 10-13, domenica 10,30-12,30 e 16-19, lunedì chiuso. Per le scuole è possibile prenotare visite tutti i giorni della settimana contattando il numero 3356136979.

La Soffitta Spazio delle Arti

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