La Toscana soffre, ma reagisce e rivela una capacità di resistenza sul fronte della perdita dei posti di lavoro: quattro punti in meno della media nazionale e una disoccupazione giovanile inferiore di dieci punti rispetto al quadro italiano. Abbiamo seguito 160 crisi aziendali e tenuto in piedi un sistema diffuso di protezione sociale. Il nostro export vola al + 23% dal 2010. Dobbiamo concentrare ogni sforzo sui nuovi investimenti e sul cambio di cultura politica. L’austerità è un vicolo cieco. La democrazia italiana è stata fondata dai lavoratori e dai loro scioperi del ’44. Questo è il filo rosso che lega il 25 aprile al 1° Maggio. Nello sforzo di emancipazione che accompagna la vita dei lavoratori c’è la radice dei nostri diritti e dei nostri valori. La Toscana è luci e ombre. Penso ai lavoratori di People Care di Guasticce e della Smith di Volterra e alle loro famiglie sulla cui testa grava il cinismo di un capitalismo finanziario che sta disumanizzando l’Occidente e la sua cultura democratica. Ma la Toscana è un fortino di resistenza alla crisi, impegnata nella battaglia per la dignità, il lavoro, i diritti. La sfida più grande che abbiamo è quella di ricomporre la Toscana dinamica con la Toscana più fragile che si concentra soprattutto nella fascia costiera da Massa a Piombino passando per Livorno. In quest’area della Toscana dobbiamo potenziare la struttura produttiva e le infrastrutture. A chi ritiene che la decrescita possa essere una prospettiva di futuro, vorrei dire che essa ha senso solo per chi ha le tasche piene. Il nostro obiettivo è quello di allargare la sicurezza sociale, l’occupazione e la protezione dei precari”. Così Enrico Rossi, presidente uscente della Toscana e candidato alla rielezione, oggi Primo Maggio, giorno della Festa dei Lavoratori, durante il quale ha partecipato al corteo organizzato dai sindacati confederali a Sesto Fiorentino.
Fonte: Eccoci #ToscanaCiSiamo per Enrico Rossi Presidente