Un centinaio di sestesi hanno partecipato, nella serata di giovedì 19 maggio, all’incontro “Sesto ama la cultura”. Al centro della serata, la riapertura del Museo di Doccia, ma anche le politiche per la tutela dei beni culturali.
Di seguito il comunicato con le parole di Lorenzo Falchi:
Tanti sestesi hanno riempito, ieri sera, la sala della Libreria Rinascita per parlare di cultura e del futuro del Museo di Doccia, insieme al candidato sindaco di Sinistra Italiana e PerSesto, Lorenzo Falchi, lo storico dell’arte Tomaso Montanari e l’ex direttrice del museo, Oliva Rucellai. L’incontro è stato anche l’occasione per parlare delle politiche per la tutela dei beni culturali nel nostro Paese, messi in pericolo dai tagli delle destre, quelle per le quali “con la cultura non mangia”, e dai tentativi della riforma Renzi-Franceschini di trasformare i nostri musei in “macchine per soldi”, slegati dalla storia e dalla vita delle comunità in cui sono inseriti.
“Abbiamo ben presente che cosa abbia significato e che cosa significhi la Ginori per la nostra città – sottolinea Falchi – Una vicenda che riguarda non solo l’economia, il lavoro, le lotte e i progressi sociali ma anche l’arte, la storia, l’identità della nostra comunità. A due anni dalla chiusura, nel totale abbandono da parte delle istituzioni, ogni giorno che passa con quel cancello chiuso è una spina nel cuore della nostra città. La prossima amministrazione dovrà porsi subito il problema della riapertura del Museo e della permanenza della Ginori a Sesto Fiorentino, dando risposte alle preoccupazioni che anche i lavoratori della manifattura mi hanno manifestato durante l’incontro di ieri mattina”.
“Rilanciare la cultura, a Sesto, significa avere un’idea complessiva per la città – aggiunge – significa difendere le scelte positive, come la realizzazione della nuova Biblioteca Ernesto Ragionieri, sulla quale dobbiamo continuare ad investire, e sforzarsi al massimo per arrivare alla riapertura di tesori come la tomba della Montagnola, uno dei più antichi manufatti dell’area fiorentina ancora chiusa dopo il restauro”.
“La Bella Sesto che vogliamo costruire – prosegue – è quella che saprà diffondere il sapere, che saprà valorizzare e rendere accessibile il proprio patrimonio, che saprà metterlo a disposizione dei sestesi, con progetti didattici e iniziative di alto livello capaci di suscitare interesse nazionale e internazionale. La nostra città ha una storia di cui siamo orgogliosi, il nostro territorio è un libro aperto che parla a tutti noi: un racconto bellissimo che vogliamo lasciare intatto ai nostri figli e ai nostri nipoti”.