Sorride il nuovo sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi. C’è un clima di festa al comitato elettorale in piazza IV Novembre. E non potrebbe essere altrimenti. Sinistra Italiana e Per Sesto hanno mandato il Partito Democratico all’opposizione per la prima volta nella sua storia. Un’impresa destinata ad entrare negli annali della politica sestese. Non c’è stato confronto tra Lorenzo Falchi e Lorenzo Zambini. Sono bastati pochi minuti dall’inizio dello spoglio delle schede per capire che l’esito della competizione sarebbe stato favorevole all’ex coordinatore provinciale di Sel. Troppo grande, infatti, il gap tra i due avversari.
Adesso Falchi – 36 anni, impiegato bancario – è pronto a governare la città dopo un anno di commissariamento. Il lavoro non gli mancherà, a partire dal tentativo di fermare la realizzazione la nuova pista dell’aeroporto di Firenze e l’inceneritore.
“Primo di tutto dico che solo a notte inoltrata ho saputo che una scrutatrice della sezione 13 di villa San Lorenzo è deceduta. Faccio le condoglianze alla famiglia – ha detto Lorenzo Falchi durante la conferenza stampa svoltasi nella mattinata di lunedì 20 giugno -. Per noi è stata una bella soddisfazione, è stato un bel risultato. Avevamo la percezione che la città era con noi e che c’era la voglia di cambiare. I risultati sono andati al di là delle più rosee aspettative. C’è l’idea di aver costruito un progetto collettivo, non sono d’accordo con l’idea dell’uomo solo al comando. La città ha risposto con un risultato emozionante. Sentiamo una grande responsabilità sulle nostre spalle. Sesto si merita un governo all’altezza della sua storia.
Costruire un rapporto tra le istituzioni e cittadini è il nostro macrotema. Poi ci sono le grandi battaglie, sta a noi portare avanti le idee in cui crediamo. Non vogliamo rinchiuderci in un palazzo. Non dovremo rimanere soli perché l’entusiasmo che abbiamo avuto in campagna elettorale deve essere un patrimonio da cui ripartire.
La squadra di governo? Penserò a costruirla nei prossimi giorni, ho già un identikit. Ho bisogno di persone competenti, con la voglia di studiare e con la passione di dialogare con la città. Solo così si può dare un servizio buono a Sesto. Se ci saranno tecnici in giunta? Ci devo pensare. Ripeto: l’importante è che siano persone disponibili e con la voglia di fare.
Se ho avuto contatti con Quercioli e le sue liste? Maurizio mi ha fatto i complimenti. Loro avevano già dato indicazioni di voto per noi. Noi abbiamo dato la disponibilità a costruire un’alleanza a partire sui temi che ci stanno più a cuore, su tutti la difesa della piana. Ci confronteremo con loro per vedere quale sarà la loro voglia di di partecipare al governo della città.
La salita in palazzo comunale? Non è stata una mancanza di rispetto istituzionale. Ho salutato il commissario Garufi che ci ha aperto le porte del palazzo comunale e siamo saliti nella sala del sindaco. Non si è trattata di una riscossa o di una rivincita politica.
L’inceneritore? La prima giunta dovrà chiedere l’affiancamento ai ricorsi al Tar presentati dai comitati. Sarebbe un messaggio forte. Dovremo rimettere in discussione una scelta per noi sbagliata. Siamo convinti che gli alti livelli istituzionali debbano tenere in considerazione i risultati delle elezioni.
I rapporti con gli altri Comuni della piana? Non vogliamo chiudere Sesto nei suoi confini amministrativi. In democrazia è normale che ci siano giunte di colore diverso. Il rispetto istituzionale ci deve essere, ma non vogliamo cedere di un millimetro. Non ci vogliamo rinchiudere, staremo ai tavoli con le nostre idee a schiena dritta. Non bisogna dire sì a tutto.
Come si fa a ristabilire l’armonia a Sesto? E’ normale che i toni siano stati molto accesi, ho letto dichiarazioni molte accese da parte di alcuni dirigenti del Partito Democratico. Nel rispetto delle posizioni diverse, in consiglio comunale dovremo trovare il modo di dialogare. In città, più che divisioni, ho ritrovato la voglia di avere un sindaco col quale confrontarsi. Tanti cittadini mi dicono di continuare a girare per la città e a sorridere“.
STEFANO NICCOLI