Falchi su La 7: “La reintroduzione dell’articolo 18 è stato un segnale forte”

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Intervenuto su La 7 alla trasmissione “L’aria che tira“, il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, ha parlato di lavoro e di articolo 18 a pochi giorni dalla sua reintroduzione nell’azienda di ristorazione Qualità & Servizi (LEGGI QUI).

Con la reintroduzione dell’articolo 18 abbiamo dato un segnale forte. 

E’ avvilente e fa male vedere i lavoratori che si devono nascondere per poter parlare delle loro condizioni di lavoro (precedentemente era stato mandato in onda un servizio sulla Ryanair, ndr). In questo contesto il governo e le maggioranze che si sono alternate negli ultimi anni che atteggiamento hanno avuto? Togliamo i diritti, l’articolo 18 è uno di questi, ma la precarizzazione del lavoro ha seguito anche altre strade. Cosa diceva l’articolo 18? Si vietano i licenziamenti discriminatori. 

Esista una questione economica e sociale nel nostro Paese enorme. La ricchezza si è polarizzata su chi ha di più. Con questa crisi chi è ricco si è arricchito ancora di più. E’ possibile che debbano essere sempre i lavoratori con meno tutele a pagare e a riveder ridurre il proprio potere d’acquisto? Il potere d’acquisto delle famiglie, dall’inizio della crisi nel 2008 ad oggi, si è ridotto, dati Istat alla mano, di quasi il sei per cento. Si parla di quasi 900mila posti di lavoro in più con il Jobs Act. Quali posti di lavoro? Le ore lavorate, dal 2007 rispetto al 2016, si sono ridotte di quasi un miliardo. Significa che l’Istat considera lavoratore occupato, per le proprie statistiche, chi nella settimana precedente ha svolto almeno un’ora di lavoro retribuito. Si può dire che, rispetto a venti anni fa, essere considerato occupato per le statistiche dell’Istat non è più sinonimo di potersi garantire una vita dignitosa?“.

STEFANO NICCOLI

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