Falchi: “Vicini e solidali ai giornalisti del Corriere Fiorentino”

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Il Corriere Fiorentino è in sciopero. Questo il comunicato pubblicato dalla redazione di Firenze del Corriere della Sera:

Rcs edizioni locali cancella 9 posti di lavoro, di cui uno a Firenze. A cui si aggiungono altri due colleghi fiorentini di cui si chiede il trasferimento, chi a Padova, chi, a turno, nelle redazioni dei dorsi del nord est e del centro Italia. Questi solo alcuni dei punti presentati dai vertici di Rcs edizioni locali ai Comitati di Redazione di tutti e cinque i dorsi di Trento, Bolzano, Veneto, Bologna e Firenze.

Non si rinnovano i contratti a tempi determinato di colleghi, assunti per sostituire colleghi a tempo indeterminato, e si dice: “Non licenziamo nessuno”. Di fatto, al posto di 9 colleghi, non ci sarà più nessuno e nove persone resteranno senza lavoro. Oppure a colleghi vicini alla pensione si chiede di trasferirsi a 200 km di distanza, mettendo i Cdr e le redazioni di fronte a un progetto, con desk centralizzati su alcuni settori, meno persone in redazione, e soprattutto cronaca e settori coperti principalmente da collaboratori pagati a pezzo o con contratti atipici che mina la qualità e l’essenza stessa del lavoro giornalistico.

Facciamo fatica a comprendere come questo progetto, nato per una perdita (degli interi 5 dorsi) di 386 mila euro a fronte di oltre 14 milioni di valore della produzione e 30 mila copie medie al giorno vendute dalle 5 testate, sia stata posto con un aut aut: non c’è alternativa, perché non vogliamo fare tagli lineari o chiudere redazioni, la sintesi del messaggio. Ma soprattutto come questo piano è inconciliabile con le parole usate dal presidente di Rcs MEDIAGROUP che per il decennale del Corriere Fiorentino ha affermato: “Il Corriere Fiorentino è una realtà consolidata ormai su cui vogliamo continuare a investire — ha detto — per noi è importante coniugare l’autorevolezza e la credibilità del Corriere della Sera con l’attenzione al locale, ai territori”.

A fronte di questi evidenti contraddizioni, a fronte dell’assenza di un vero piano che garantisca un futuro a queste redazioni, a fronte di mancato rispetto delle promesse fatte nei confronti della stabilizzazione dei colleghi a tempo determinato, la redazione respinge il piano presentato e invita l’azienda a sedersi ad un tavolo per trovare alternative compatibili con gli attuali livelli occupazionali.

La redazione affida al Cdr un pacchetto di 10 giorni di sciopero, sul giornale e sul sito e lo stato di agitazione, le prime due giornate di sciopero si terranno venerdì 18 maggio e sabato 19 maggio“.

Su questa vicenda si è espresso così il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi (parole riportate dall’Ansa):

“Vicini e solidali con i giornalisti del Corriere Fiorentino, ieri ed oggi in sciopero. La vita democratica non può prescindere da un’informazione di qualità, plurale, realizzata da professionisti preparati e indipendenti. Per questo ci preoccupano la riorganizzazione e i licenziamenti paventati dall’editore e auspichiamo che, quanto prima, si arrivi invece al rilancio di tutti i dorsi e del Corriere Fiorentino in particolare, voce autorevole che racconta e fa discutere il nostro territorio”.

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