Gianassi: “Il Pd scompare, ha perso tutto”

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Lorenzo Falchi è il nuovo sindaco di Sesto Fiorentino. Tra i suoi sostenitori c’è anche l’ex primo cittadino Gianni Gianassi che ha scritto questo post sul proprio profilo Facebook:

Elezioni a Sesto Fiorentino: Falchi Sindaco, il Pd scompare.
Con 13879 voti (più 3585 rispetto a Enrico Rossi nel 2015) diventa il nono sindaco di sinistra dal dopoguerra di Sesto Fiorentino. Ebbene sì, contro tutto e contro tutti Falchi ce l’ha fatta. La sua immagine fresca, la sua storia solida, la sua ossessione di parlare di Sesto e di cose da fare, ha travolto una campagna livida e rancorosa fatta da ciò che è rimasto di un grande partito come il locale Pd. Alle capacità di Falchi si sono sommate una straordinaria partecipazione giovanile, mai vista negli ultimi decenni, una capacità di mobilitare persone anche senza un partito, senza denaro, senza logistica, un crescente sentimento popolare di simpatia verso le sue proposte e di ripulsa verso uomini e idee del Pd. La battaglia politica, si sa, non è rose e fiori ma quella messa in campo da Zambini e dai suoi consiglieri è stata di una tale volgarità che ha provocato sdegno e ripulsa. La discesa in campo della stampa di regime (quasi tutta quella fiorentina) ha tolto qualunque credibilità alle pur modeste proposte del Pd. L’ossessivo volgare attacco al sottoscritto ha fatto sorridere chi mi ha conosciuto e lavorato con me. Invidia e cattiveria non hanno pagato anzi. Ho le spalle grosse e le cattiverie di Melani, Barducci, Martini, Cristo ed altri vecchi compagni di lotta non mi hanno scosso più di tanto.
Hanno schierato manager ben pagati che hanno scelto il bacio dell’anello alla libertà di giudizio. Hanno portato big nazionali e regionali, fino al leader maximo, senza nessun successo e senza nessun interesse da parte degli elettori. Anche il mio amico Cuperlo hanno mandato a parlare ad un Pd che lo irrideva. Hanno sputtanato anche il nome della Festa de l’Unità rinchiudendola tra quattro mura per paura del confronto popolare. Hanno speso chissà quanto per la propaganda senza accorgersi che i loro banchini erano vuoti e che le nostre piazze erano piene.

Ma c’è anche una vicenda nazionale. Questo Pd non lo vuole più nessuno. Nessuno crede che con un congresso possa cambiare rotta. È una storia incamminata verso il tramonto. Nessun democratico vuole sostenere un partito con Bersani, Verdini e Alfano. C’è una porta aperta che la sinistra del Pd deve avere il coraggio di varcare per ridare speranza all’Italia. Una porta che può offrire un’alternativa al M5S costringendolo sul piano politico del confronto sui contenuti. È possibile, si può fare. Sesto ha segnato un punto di non ritorno. Eravamo socialisti nel 1899 contro il marchese Ginori, eravamo antifascisti nel ventennio, eravamo partigiani nel ’44. Siamo stati accoglienti negli anni ’60 ed oggi. La sinistra ha ben governato la cosa pubblica con l’attenzione al lavoro ed ai servizi, guardando a Firenze come una madre benigna ed una grande opportunità ma rivendicando sempre autonomia d’azione e di pensiero.
Pensavano di farci diventare “il quartiere 6 di Firenze”: hanno perso.
Pensavano di portare al potere renditieri e trafficanti: hanno perso.
Pensavano di far diventare Sesto una città di “centro” senza dirlo: hanno perso.
Pensavano che i sestesi portassero l’anello al naso: hanno perso.
Pensavano che fossimo Sestograd e non hanno mai capito che siamo sempre stati liberi: hanno perso.
Questa volta hanno perso tutto!!

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