Il cardinale Ernst Simoni visita la Parrocchia di San Giuseppe Artigiano

0
861
Ernst Simoni

Domenica 1 Maggio 2022, il Cardinale Ernest Simoni, nel giorno dedicato a San Giuseppe Lavoratore, si è recato a Sesto Fiorentino in visita alla Parrocchia di San Giuseppe Artigiano, Patrono titolare della Parrocchia. Qui è stato accolto dal Parroco padre Sebastian Soy, dai confratelli degli Oblati di San Giuseppe e da tanti fedeli giunti da ogni parte per incontrare il porporato ed ascoltare la sua paterna parola.

La Parrocchia di San Giuseppe Artigiano fu istituita l’08 dicembre 1962; la posa della prima pietra avvenne con una solenne cerimonia il 19 marzo 1964 alla presenza dell’Arcivescovo di Firenze Cardinale Ermenegildo Florit. La processione si mosse dalla storica “Chiesina di Legno” situata nell’attuale via dell’Olmo verso il terreno dell’erigenda Chiesa; la dedicazione avvenne il 23 novembre 1996 alla presenza dell’Arcivescovo Cardinale Silvano Piovanelli. Tale opera fu fortemente voluta dai “Giuseppini di Asti” come comunemente vengono chiamati a Sesto, da sempre impegnati nell’educazione della gioventù sulle orme ed il carisma del Fondatore San Giuseppe Marello, nell’apostolato a Sesto da quando arrivarono alla Pieve di San Martino nell’autunno 1926 quasi cento anni fa.

Il Cardinale, da quando risiede stabilmente nell’Arcidiocesi di Firenze, più volte ha visitato la Comunità di San Jacopo a Querceto, anch’essa affidata alle cure degli Oblati, dove ricoprì la carica di priore Padre Eligio Bortolotti negli anni della Seconda guerra mondiale, di cui forte è ancora il ricordo tramandato nelle famiglie sestesi. Il giovane sacerdote originario del Trentino, a soli 32 anni, fu arrestato ingiustamente quando Sesto era ormai già stata liberata dagli alleati, poi barbaramente trucidato a Calenzano nel settembre 1944 nella località di Baroncoli dai soldati tedeschi che prima di morire baciando il Crocifisso perdonò i suoi aguzzini rivolgendo loro le parole evangeliche “padre perdona loro perché non sanno quello che fanno” come ebbro a testimoniare gli stessi militari lasciando Sesto durante la ritirata verso la Linea Gotica.

All’inizio della celebrazione eucaristica animata dalla corale parrocchiale, il Segretario del Cardinale Vieri Lascialfari, originario della parrocchia di San Giuseppe Artigiano, ha raccontato tra la commozione dei fedeli, i tratti più salienti della vita del Porporato, conosciuto in tutto il mondo quale autentico testimone di pace e perdono, per i 28 anni di ingiusta prigionia tra carcere, lavori forzati nei campi di concentramento nelle miniere e nelle fogne di Scutari subiti in Albania durante il regime ateo comunista del Dittatore Enver Hoxha. Dopo la liberazione definitiva avvenuta nell’aprile del 1991, ha continuato la sua missione a servizio dei fedeli albanesi nel “Paese delle Aquile” e nel mondo. E’ stato creato Cardinale nel novembre del 2016 dal Santo Padre Francesco che per la prima volta incontrò l’anziano sacerdote nel settembre del 2014 durante il suo viaggio apostolico tra il Popolo Schipetaro. Il Pontefice si commosse dal racconto dell’anziano sacerdote fino alle lacrime definendolo un “martire vivente”.

Per la storica visita, erano presenti le autorità di Sesto Fiorentino: l’Assessore Sara Martini in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, il personale del Commissariato della Polizia di Stato ed i volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri e della Racchetta.

“Porto volentieri il saluto dell’Amministrazione comunale – ha affermato l’assessore Sara Martini. È un piacere accogliere ancora una volta nel nostro territorio il cardinale Ernest Simoni e la sua testimonianza che non è solo testimonianza di fede ma è testimonianza civile. La sua vita, provata da lunghi anni di persecuzione, prigionia, lavori forzati ci sprona in ogni situazione a scelte coraggiose e azioni coerenti con il rispetto della vita umana e della sua dignità”. Ha poi aggiunto Martini: “La festa dei lavoratori che celebriamo oggi ha senso solo se ripartiamo dal valore del lavoro come strumento di promozione umana. Solo se diventa riflessione e impegno per dare voce ai più deboli, per combattere le disuguaglianze, per avere cura degli ambienti di lavoro e delle nostre relazioni, per investire in sicurezza e formazione. Grazie per questa occasione di incontro e condivisione con la comunità che porta il nome proprio di San Giuseppe lavoratore, artigiano per eccellenza.”

 

Il Cardinale con queste parole ha ricordato la figura di San Giuseppe: “Con grande gioia, in questa III Domenica di Pasqua, in speciale giorno dedicato a San Giuseppe Lavoratore, sono giunto nella vostra Parrocchia dedicata proprio al padre terreno di Gesù, chiamato nel Vangelo “il figlio del carpentiere” o “del legnaiolo”. Il figlio putativo San Giuseppe è patrono Universale della Chiesa per volere di Papa Pio IX, patrono dei moribondi, delle anime purganti e dei lavoratori, titolo attribuitogli da Papa Pio XII nel 1955 il quale istituì questa memoria liturgica nel contesto della festa dei lavoratori, universalmente celebrata il 1° maggio di ogni anno. In San Giuseppe si riconosce la dignità del lavoro umano, come diritto, dovere e perfezionamento dell’uomo, servizio alla comunità, contributo al piano della salvezza, poiché anche il lavoro umile, può rendere l’uomo partecipe al progetto divino di salvezza. Il Vangelo conferisce al “Falegname di Nazareth” l’appellativo di Giusto. Nel linguaggio biblico è detto “giusto” chi ama lo spirito e la lettera della Legge, come espressione della volontà di Dio.”

Il Porporato, prima di lasciare la Parrocchia, ha pregato per tutte le vittime del lavoro e per coloro che non hanno una occupazione lavorativa sostato in preghiera ai piedi della grande statua in terracotta raffigurante San Giuseppe mentre si riposa dal lavoro, opera del maestro ceramista e scultore Emilio Mancinelli. Ha poi pregato ai piedi della “Madonna del Fisso” affidandogli le intenzioni dei fedeli in modo particolare per la pace nel mondo e nella martoriata terra di Ucraina. La preziosa immagine mariana in ceramica robbiana fu ritrovata nella prima metà del ‘700 da un contadino il quale arando il campo di proprietà della Famiglia Fissi, urtò con l’aratro oggetto duro ed i buoi non potevano andare avanti. Guardando meglio l’ostacolo, ritrovò una grossa cassa in legno e quando fu aperta trovarono dentro l’immagine della Madonna con tutta la sua edicola sulla quale spiccava l’anno di fattura: 1926, la quale fu poi collocata in via delle Rondini e a seguire nella parrocchia di San Giuseppe Artigiano, per desiderio del primo Parroco Padre Giuseppe Lano, opera d’arte tanto studiata ed amata dallo storico sestese Renzo Luigi Arrighetti.

 

Segreteria Card. Ernest Simoni

NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO