Il docente di diritto canonico su don Paolo Glaentzer: “Non c’era sentore di persona capace di simili atti”

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Huffington Post

Intervistato dal Corriere Fiorentino, padre Francesco Romano, docente di diritto canonico a Roma nella Pontificia Facoltà Teologica “Teresianum” e professore invitato a Firenze nella Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, ha parlato del caso don Paolo Glaentzer. Vi riportiamo alcune sue dichiarazioni:

Altri provvedimenti a don Paolo dopo la sospensione dell’esercizio ministeriale? La sospensione dall’esercizio del ministero sacro è stato un primo e necessario provvedimento canonico preso dall’arcivescovo Giuseppe Betori appena giunta la notizia del fatto commesso da don Glaentzer. Il cardinale ha provveduto immediatamente a fare tutto quanto era possibile. E don Glaentzer non appartiene al clero dell’Arcidiocesi di Firenze, essendo incardinato nella Diocesi di Sabina Poggio Mirteto. La notitia criminis è stata subito deferita dal cardinale Betori alla Congregazione per la Dottrina della Fede alla quale è riservato il giudizio del delitto.

L’Ordinario Diocesano e l’Ordinario Regolare, mi riferisco in questo caso al Superiore Maggiore di un Istituto di vita consacrata, sono obbligati sempre a muoversi appena giunge loro la notizia di un presunto delitto di natura sessuale commesso da un diacono o un presbitero con un minore. Questo anche nel caso in cui il minore si fosse mostrato consenziente. Il primo passo da compiere da parte dell’Ordinario è indagare riservatamente attraverso l’indagine previa se la notitia criminis, in qualunque modo giunta, ha qualche fondamento. Quindi, respingerla se risulta infondata, oppure deferirla alla Congregazione per la Dottrina della Fede.

Nel caso del prete arrestato non vi è mai stato alcun sentore o denuncia pervenuta di essere persona capace di simili atti. D’altra parte, sembra che don Paolo Glaentzer abbia goduto la fiducia delle istituzioni civili, se è vero che anche attraverso la sua mediazione i bambini poterono rimanere affidati alla famiglia“.

 

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