Agosto. Sabato sera, Caldo, ma non caldissimo, visti gli standard di questa estate.
Sto per entrare in casa dopo una settimana di vacanza quando sento sbraitare una giovane donna con un cane al guinzaglio.
Inveisce contro qualche mio vicino. Forse (ma non ne sono sicuro) è stata redarguita per i bisogni del suo animale. Sta di fatto che si lascia andare ad una serie di improperi che coinvolgono indistintamente tutti gli abitanti del condominio: ” Comunisti di m…. perché non pensano ai loro gatti che lasciano le cacche dappertutto?”
Mi domando: uno è comunista perché abita in quel condominio o perché possiede un gatto?
Con questo amletico dubbio e infastidito dalla cattiveria e dal turpiloquio me ne vado a letto, ma inevitabilmente mi viene in mente un vecchio sketch di Francesco Nuti che riporto di seguito.
Servisse mai ( la risata che suscita) a mitigare certi bollenti spiriti o anche solo a ridurre i pregiudizi tipici del popolo di Facebook (e quindi di quasi tutti noi).
Ne sono esempio quelli riportati dall’articolo di repubblica.it sulla base di un esperimento dell’attore comico Luca Bottura che ha pubblicato la prima delle foto in basso aggiungendo questo commento:
“A Forte Dei Marmi i migranti bivaccano nelle panchine del centro grazie ai nostri 35 euro. Vergogna!! 1!!!11!!”
E’ bastato per scatenare i peggiori istinti.
Eppure i due protagonisti non chiedono elemosina (infatti sono ricchi e famosi), non sono migranti (ma turisti americani).
Che sia il colore della pelle a rappresentare un problema?
“Vedere anche in località turistiche come Forte Dei Marmi e Milano Marittima immigrati che bivaccano sulle panchine con i nostri 35 euro è veramente troppo”
E’ solo uno dei commenti più soft apparsi sui social.
Il pregiudizio evidentemente non risparmia proprio nessuno. I protagonisti delle foto sono Magic Johnson (ex fuoriclasse della NBA) e Samuel Leroy Jackson (star di Hollywood e interprete, tra le altre cose, di Pulp Fiction), i commentatori sono quelli che spesso iniziano certi discorsi dicendo “Io non sono razzista, ma…”.
L’esperimento di Luca Bottura induce a molte riflessioni ma in questo momento in me una domanda prevale su tutte: il gatto è comunista?