Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa del Movimento 5 Stelle di Calenzano
Si legge nella stampa locale, a più e serrate riprese, l’enfatizzare dei primi passi della pratica dei “crediti edilizi”.
Per credito edilizio si intende il diritto alla edificazione di una quantità volumetrica, riconosciuta all’avente titolo su un immobile, a seguito della realizzazione degli interventi di demolizione di opere incongrue, di eliminazione degli elementi di degrado, di riordino della zona agricola o della realizzazione di interventi di miglioramento della qualità urbana, paesaggistica, architettonica e ambientale .
Demolisco un manufatto edile sperso e ritenuto incongruo nel suo contesto rurale (e fin qui ci siamo se si rispettano tutti quelli, ruderi compresi, che conservano una pur minima valenza storica paesaggistica o anche solo la memoria collettiva) per costruire in pieno centro (e qui sorge il dubbio).
Il valore di un mq di un annesso isolato sul territorio rurale che rapporto potrebbe avere rispetto al valore di un mq abitativo in pieno centro?
Il dubbio, legittimo, si materializza nel timore di forti tentazioni alla speculazione che arricchiscono il costruttore e, coi tempi che corrono, generano inconfessabili tentazioni in chi il costruttore potrebbe “facilitarlo”.
Inoltre, e questa è la domanda cruciale, al cittadino che ne viene da tutto ciò?
Salvo rinunciare ad aree che erano destinate a pubblica utilità,” così come previsto prima della concessione edilizia del 2014 su questa area oltre al verde che diminuisce sempre di più, ci domandiamo, con quali criteri di salvaguardia per la pubblica utilità, e di trasparenza, si possa far fronte alle legittime paure generate da questa nuova e vulnerabile pratica edilizia che già crea una certa irrequieta smania; che già nel 2013 con una nota congiunta, la Rete degli Ordini degli Architetti della Toscana espresse forti perplessità sulla proposta di riforma in discussione che prevedeva la pratica di tali crediti edilizi.
Il primo caso di piazza Mameli quello tanto pubblicizzato dalla stampa locale, non ha tardato a procurarci un sonno agitato.
L’area, a vincolo paesaggistico, che in origine era prevista per il bene comune e bene a questo si prestava, vista la vicinanza delle scuole, è stata variata ad abitativo, così i fatiscenti e cadenti capannoni di Cupo, si sono materializzati, con velocità sorprendente, in un palazzo a cinque piani e future villette a schiera a costipare il centro città, prontamente “apparecchiato” per gli affari della speculazione edilizia.
Ci domandiamo quindi: chi ci guadagna realmente in tutto questo?
La politica dei “crediti edilizi”, trattandosi della trasformazione della città e del territorio intero per sempre, è un tema molto delicato, che esige tanta prudenza e la rigida consapevolezza che prima degli affari economici e tutte le dinamiche che si trascinano dietro, viene assolutamente il bene dei cittadini tutti e la qualità dello spazio che vivono.
Occhio quindi, a cosa demolire e a cosa, quanto e dove ricostruire!
“Ci facciamo poi un’ultima, malinconica domanda: quando verrà fatta con i crediti edilizi e gli oneri di urbanizzazione, per i bambini del centro una scuola nuova con un bel giardino, e dove, se il centro diventa tutto residenziale, a Cupo?”
Rivedere quindi immediatamente la politica edilizia che vada finalmente nell’ottica di ricostruire secondo ordine e criteri estetici accettabili salvaguardando il verde pubblico e che finalmente risponda a reali esigenze abitative dedotte da piani comunali pluriennali .. come prevedere nuovi e qualificati quartieri al posto di fabbriche dismesse con riconversione a città abitabile.
Gli attivisti e il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle Calenzano