“Il malato immaginario” allo spazio Metropolis di Sesto

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Spazio Metropolis
Foto ripresa dalla pagina Facebook "Metropolis - associazione culturale per il teatro"

L’associazione culturale “Metropolis” presenta il suo nuovo spettacolo: “Il malato immaginario” tratto dall’opera di Moliére.

L’appuntamento è per sabato 22 e sabato 29 febbraio alle 21.15 e domenica 23 febbraio e domenica 1 marzo alle 17 in via Gramsci 208 a Sesto Fiorentino. Prenotazioni all’indirizzo mail [email protected]

il malato immaginario – MetropolisTeatro

Il malato immaginario – di MoliéreSpazioMetropolis – Via Gramsci 208 Sesto F.no22,23,29 Febbraio, 1 Marzo 2020Prenotazioni : spaziometropolis@gmail.comAdattamento e Regia di Tommaso Parenti Musiche originali di Giuditta TomarchioCostumi di Sabrina VanniConsulenza Artistica di Lara TorritiAiuto Regia : Ilaria UlivieriTecnici : Martina Cerboneschi ed Ilaria UlivieriCon : Tommaso Parenti, Chiara Meriggi, Lorenzo Bittini, Alessandro Vanni, Ilaria Gori, Eleonora Bassanti, Carlo De Dominicis, Paola Cecchini

Publiée par Metropolis – associazione culturale per il teatro sur Dimanche 12 janvier 2020

Con: Tommaso Parenti, Chiara Meriggi, Lorenzo Bittini, Eleonora Bassanti, Ilaria Gori, Alessandro Vanni, Carlo De Dominicis e Paola Cecchini
Adattamento e regia: Tommaso Parenti
Consulenza artistica: Lara Torriti
Musiche originali: Giuditta Tomarchio
Costumi: Sabrina Vanni
Aiuto regia: Ilaria Ulivieri
Tecnico: Martina Cerboneschi

Ambientato nella Parigi degli anni ’30, per sottolineare la modernità del testo, incontreremo le fobie di Argan, le astuzie dei suoi medici approfittatori, l’innocenza e l’amore dei giovani figli. Le musiche originali, scritte appositamente da Giuditta Tomarchio e cantate in scena dagli attori, restituiscono al testo quell’aria da comédie-ballet che Molière aveva voluto rappresentare davanti al Re Sole. I costumi di Sabrina Vanni, i contributi artistici preziosi di Lara Torriti e Ilaria Ulivieri, la regia attenta di Tommaso Parenti, rendono lo spettacolo godibilissimo, leggero, frizzante, con un fondo di amara consapevolezza che quel che lo spettatore vede è solo una tragica e quotidiana realtà“.

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