Inaugurata al Centro “Antonio Berti” la mostra dedicata a Venanzio Volponi

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E’ dedicata al maestro Venanzio Volponi la mostra organizzata dal Comune di Sesto Fiorentino, Liberarte e La Soffitta di Colonnata in programma da domenica 11 dicembre a lunedì 2 gennaio al centro espositivo Antonio Berti in via Bernini 9.

Volponi

Allievo dell’Istituto d’Arte, perfezionatosi alla scuola di nudo dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, in gioventù dipinse sotto il magistero del maestro Settala e poi del pittore livornese Giulio Gherarducci.

Una delle caratteristiche che distinguono la pittura di Venanzio Volponi è il segno inteso come traccia disegnativa, come gestualità potenziale che trova nella scena dello spazio bianco i termini armonici della composizione. Un altro aspetto da sottolineare è la volontà dell’artista di cogliere la realtà nell’atto del movimento. Da qui la scelta di raffigurare situazioni dinamiche con soggetti riferibili allo sport e alla danza.

Scherma

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Dobbiamo ripercorrere la storia di Sesto Fiorentino e dei suoi artisti – ha esordito Francesco Mariani, presidente dell’Unione Operaia di Colonnata -. Ricordiamoci che Sesto è ricca di tanti personaggi che non vanno dimenticati perché ci sono tante opere che i giovani devono conoscere”. 

A sedere

Siamo in carica da poco, ma la nostra presenza qui è la volontà di testimoniare il nostro impegno e il nostro accompagnamento al movimento culturale di Sesto Fiorentino – ha detto Massimiliano Kalmeta, assessore del Comune di Sesto -. La nostra città ha una ricchezza culturale che sta a noi cercare di promuovere e conoscere”. 

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Venanzio era una persona schiva, non amava mettersi in mostra. Non l’ho mai sentito parlar male di nessuno – ha aggiunto Alessandra Bruscagli, giornalista di Inbisenziosette -. Era una persona di un’eleganza incredibile. Questa eleganza di animo la si trova anche nelle sue pitture. Non se ne trovano più uomini come lui“.

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Venanzio era una persona riservata, mite, gentile con tutti. Aveva quella che mi piace definire la ‘semplicità dei grandi’ – ha concluso Gabriella Gentilini, storico dell’arte -. La mostra è un bellissimo ricordo, un omaggio a questo maestro e alla sua arte. Ha sempre lavorato con immediatezza e spontaneità”.

STEFANO NICCOLI

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