“Eros e Thanatos”: mostra al Centro Berti e La Soffitta

0
245

Il decimo evento di Alto-Basso è dedicato ad uno straordinario artista, Michel Fingesten, molto noto e apprezzato a livello internazionale tra i collezionisti di ex libris, da suscitare uno sfrenato entusiasmo perfino in Cina, ma non ancora sufficientemente conosciuto dal grande pubblico. Si tratta quindi di una importante riscoperta e della più ampia retrospettiva mai dedicata a questo autore. Nelle due sedi espositive di Sesto Fiorentino e Colonnata – Centro Espositivo Antonio Berti e La Soffitta Spazio delle Arti – vengono presentate circa 450 opere tra incisioni e disegni, realizzate dal 1913 fino alla morte.

Il progetto Alto-Basso è stato ideato da Francesco Mariani, responsabile del Gruppo La Soffitta Spazio delle Arti e presidente del Circolo Arci-Unione Operaia di Colonnata, e dalla storica dell’arte Giulia Ballerini con la collaborazione del Comune di Sesto Fiorentino. L’idea è proporre una grande mostra distribuita nelle due sedi dedicate, in città, alla promozione culturale: La Soffitta Spazio delle Arti, storica galleria della Casa del Popolo di Colonnata, in piazza Rapisardi (l’Alto) e il Centro Espositivo Antonio Berti di via Bernini (il Basso).

L’evento di quest’anno, intitolato Eros e Thanatos. L’arte sensuale e macabra di Michel Fingesten, sarà inaugurato domenica 20 settembre alle ore 11 presso il Centro Espositivo Antonio Berti in via Bernini 57 a Sesto Fiorentino. A seguire l’apertura anche del secondo spazio espositivo presso La Soffitta Spazio delle Arti al secondo piano del Circolo Arci-Unione Operaia di Colonnata in piazza Rapisardi 6. La mostra sarà visitabile sino a domenica a 8 novembre.

Fingesten è stato chiamato «il Picasso dell’ex libris», secondo la definizione del noto scrittore e bibliofilo Giampiero Mughini, grazie anche alla sua capacità straordinaria di declinare in modo personalissimo e audace in questa particolare vena espressiva tutte le principali tendenze artistiche della prima metà del ‘900, dal Simbolismo al Surrealismo, passando per l’Espressionismo, il Cubismo e la Nuova Oggettività.

Fingesten è stato anche definito un «Odisseo del XX secolo», in virtù di una vicenda biografica avventurosa e movimentata di spirito libero, errabondo, apolide e pacifista, destinato, in quanto di madre ebrea, ad essere osteggiato e perseguitato dal nazismo che condannò non solo la sua persona ma anche i suoi lavori che finirono nel calderone dell’arte degenerata. Anziché fuggire in America come riuscì a fare il figlio Peter, trovò vano rifugio nell’Italia fascista, ricevendo momentaneo sostegno proprio nel mondo milanese dei collezionisti di ex libris, per poi, con la promulgazione delle leggi razziali, finire confinato in due campi di concentramento e, per beffa del destino, morire per un’infezione mal curata dopo la liberazione del campo di Ferramonti di Tarsia.

Di Fingesten colpiscono la sua straordinaria fantasia e un’inventiva inesauribile con la quale riesce ad essere di volta in volta poetico, satirico, sensuale e drammatico nel catturare vizi e virtù dell’essere umano. La figura femminile nuda è spesso al centro delle sue composizioni, ora un miraggio languido e un sogno vagheggiato, ora calda e protettiva figura materna, ora femme fatale, vogliosa di sesso, antagonista, castratrice, o dedita agli amori saffici osservati con piccante pizzico di voyeurismo. L’erotismo anche spinto oltre ogni possibile limite è per Fingesten il «Memento vivere» contrapposto al «Memento mori» che, come un infausto presagio, incombe spessissimo nella sua produzione. L’eterna lotta tra Eros e Thanatos, diviene per lui una costante, ciò che secondo Freud è la polarità tra le due pulsioni fondamentali della psiche umana, quella di vita e quella di distruzione.

Fingesten avvertiva profondamente il senso di morte e di catastrofe della sua epoca: inizialmente la prima guerra mondiale la cui ombra si percepisce già nelle prime opere, di seguito la difficile fase della Repubblica di Weimar in cui esplodono le tensioni sociali e la sua arte si colora anche di militanza politica, poi l’avvento del nazismo e la seconda guerra mondiale, alla vigilia della quale eseguì due sensazionali cartelle di denuncia, Essai de danse macabre e Krieg in cui raggiunse livelli paragonabili ai più grandi artisti come Goya, Kubin e Dix.

A bilanciare questa vena grottesca e macabra, sovviene però lo spirito umoristico, un’altra costante dell’arte di Fingesten, che pare far suo quello ilare, gaio, giocondo e dionisiaco di Nietzsche il quale in Così parlò Zarathustra scriveva «Chi di voi è capace di ridere e, insieme, di essere elevato? Chi sale sulle vette dei monti più alti, ride di tutte le tragedie, finte e vere». Così il gioco erotico sconfina nella caricatura, mentre si riesce a ridere con sarcasmo anche della Morte.

Questa importante mostra ha una doppia valenza e finalità: riuscire da un lato a far comprendere il prezioso valore estetico di un gigante dell’ex libris e, al di là di falsi pudori e prudérie, anche quello di un sensazionale maestro dell’arte erotica, dall’altro riattualizzare la vicenda umana di un artista che fu vittima dell’antisemitismo, come monito soprattutto alle giovani generazioni a non dimenticare gli orrori della storia.

Mostra e catalogo edito da Polistampa sono a cura di Giuseppe Mirabella, con la collaborazione di Emanuele Bardazzi (collezionista e storico dell’arte) e Giulia Ballerini (storica dell’arte e direttrice del Museo Soffici di Poggio a Caiano). Le opere esposte provengono dalla collezione privata di Giuseppe Mirabella, Milano. Nel catalogo sono suddivise in varie sezioni: grafica libera, cartelle e libri illustrati, ex libris, disegni, grafica d’occasione, fino ai lavori eseguiti nei campi di concentramento di Civitella del Tronto e Ferramonti di Tarsia, con saggi introduttivi di Mirabella, Bardazzi e Ballerini e un totale di circa 600 illustrazioni.

Con questa mostra infine si rinnova un’attenzione tutta speciale per il mondo della grafica, un fil rouge che collega tra loro le precedenti fortunate mostre di Alto- Basso.

Per La Soffitta Spazio delle Arti è una ripartenza davvero alla grande dopo il lockdown – sottolinea Francesco Mariani, responsabile del gruppo La Soffitta Spazio delle Arti e presidente del Circolo Arci-Unione Operaia di Colonnata -. Questa esposizione racconta una straordinaria pagina di storia dell’arte europea ed è un’occasione unica, soprattutto per i giovani e gli studenti, per apprezzare le qualità immense di Fingesten. E’ la più grande mostra mai organizzata a lui dedicata. Tengo particolarmente a ringraziare Giuseppe Mirabella che ha messo a disposizione la sua favolosa collezione di opere e la squadra di Alto-Basso con Emanuele Bardazzi e Giulia Ballerini che hanno fatto un grande lavoro sui testi critici. Il sostegno dell’Amministrazione Comunale e il supporto tecnico di Polistampa hanno completato l’opera. Senza dimenticare il prezioso contributo dei nostri volontari. E’ così che la grande arte internazionale fa tappa anche quest’anno a Sesto Fiorentino”.

La mostra Eros e Thanatos. L’arte sensuale e macabra di Michel Fingesten sarà aperta in entrambe le sedi espositive, ad ingresso gratuito, con i seguenti orari: domenica e festivi 10-12 e 16-19, feriali da martedì a sabato 16-19, lunedì chiuso.

La Soffitta Spazio delle Arti

NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO