Inceneritore di Case Passerini, le associazioni ambientaliste ribadiscono il no

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Case Passerini
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Le Associazioni ambientaliste della Piana Firenze-Prato-Pistoia intendono ribadire la loro netta contrarietà alla realizzazione dell’inceneritore di Case Passerini. Intanto un risultato è stato raggiunto dato che il prossimo 8 ottobre, il TAR Toscana discuterà in merito al nostro ricorso per l’annullamento della Valutazione di Impatto Ambientale dell’impianto, che presenta forti criticità e carenze. Attendiamo quindi con fiducia il pronunciamento del tribunale amministrativo. Al di à degli aspetti meramente tecnici, noi crediamo che la realizzazione dell’impianto si possa comunque evitare attuando da subito una serie di pratiche virtuose (le cosiddette “buone pratiche”), volte al recupero dei rifiuti. Innanzitutto preme ribadire che la presenza di un inceneritore da 500 t/ giorno in una zona già depressa dal punto di vista ambientale, non possa che aumentare i fattori di inquinamento del territorio, senza considerare la vicinanza dell’aeroporto di Peretola ed il suo previsto potenziamento (la nuova pista). Tutto questo senza considerare il problema irrisolto delle scorie, che sono rifiuti pericolosi e che vanno pur smaltiti da qualche parte. Poi un inceneritore è evitabile se si generalizzasse rapidamente intanto la raccolta differenziata porta a porta (non solo in tutti i piccoli Comuni ma anche nei Comuni capoluogo di provincia, a cominciare da Firenze, Prato e Pistoia). Questa è infatti la scelta di una moderna politica sui rifiuti, seguita finora soltanto da una schiera di piccoli comuni del comprensorio, ma sostanzialmente bloccata nel 2014. Se si continuano a rimandare le scelte della raccolta P.a.p. (con tariffazione puntuale “chi più produce rifiuti, più paga”) e quindi del conseguente corretto riciclo dei rifiuti, si avalla direttamente la costruzione dell’inceneritore di Case Passerini che diventa quindi il principale e voluto obiettivo di tutta la filiera. Le “buone pratiche” di una corretta gestione dei rifiuti sono poche e semplici. Oltre alla P.a.p. generalizzata, vanno eliminati i cassonetti stradali, occorre separare i flussi degli RS (Rifiuti Speciali) dagli RSU (Rifiuti Solidi Urbani) ed applicare la tariffazione puntuale. Tutto questo per ridurre i costi, recuperare fino al 90% dei rifiuti, ridurre la quantità dei rifiuti non riciclabili e quindi minimizzare al massimo il ricorso allo smaltimento. Tra l’altro abbiamo già un inceneritore in zona, quello di Montale, il cui potenziamento a 225 t / giorno sarebbe già stato previsto dal Piano Interprovinciale dei rifiuti dell’ATO Toscana Centro e che dunque secondo le loro previsioni dovrebbe continuare a funzionare almeno fino all’estinzione del mutuo, ossia fino al 2022. In buona sostanza, per alcuni anni (ma forse decenni), avremmo due inceneritori a pieno regime per un totale di circa 700/ 800 t/ giorno di rifiuti smaltiti, nel giro di 20 Km circa! A quel punto avrebbe poco senso, da parte delle amministrazioni pubbliche, portare avanti una seria politica di raccolta e riciclo dei rifiuti, nell’ottica del 70% già previsto dal Piano Interprovinciale . Proviamo invece ad invertire, da subito, la filiera. Blocchiamo il progetto dell’inceneritore di Case Passerini e partiamo, entro la fine del 2015, con le raccolte differenziate anche nei Comuni capoluogo. Almeno proviamoci, evitando di bruciare il futuro del nostro territorio.
p. Comitato per il WWF di Pistoia e Prato Marco Beneforti
p. Comitato per il WWF di Firenze Alessio Papini
p. Legambiente Circolo di Pistoia Antonio Sessa
p. Legambiente Circolo di Agliana Simone Bartolini
p. Italia Nostra nazionale Mariarita Signorini
p. Italia Nostra, Firenze Leonardo Rombai

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