“Siamo pronti a chiedere un incontro con il Governo, il tema delle grandi infrastrutture toscane è un tema nazionale”. A parlare a nome di tutti gli industriali toscani è il presidente di Confindustria Toscana, Alessio Marco Ranaldo.
“Le difficoltà infrastrutturali della nostra regione si ripercuotono su tutta l’Italia, non è solo la Toscana ad essere penalizzata. La mancata realizzazione delle infrastrutture è un costo che non possiamo più permetterci”.
A pochi giorni dalla firma del patto regionale sullo sviluppo il presidente di Confindustria Toscana Alessio Marco Ranaldo; Stefano Frangerini, presidente Ance Toscana; Paolo Campinoti, presidente Confindustria Toscana Sud; Giulio Grossi, presidente Confindustria Toscana Nord; Patrizia Pacini, presidente Confindustria Pisa; Alberto Ricci, presidente Confindustria Livorno Massa Carrara e Luigi Salvadori, presidente Confindustria Firenze, in una conferenza stampa congiunta ribadiscono tutti insieme che nella battaglia per la competitività del territorio sono accanto alle Istituzioni, ma la Toscana è in emergenza infrastrutture.
Le infrastrutture – si legge in una nota di Confindustria Toscana – sono importanti per due ordini di motivi – rilevano i presidenti delle Confindustrie toscane – per l’impatto diretto che hanno sull’economia, perché producono un incremento del PIL e dell’occupazione e il beneficio indotto sulla competitività del territorio.
La previsione di realizzazione degli investimenti nella regione – sviluppata in 5 anni, come si legge nel Patto per lo sviluppo toscano – “cuba” un totale di oltre €8 miliardi ed è in grado di attivare 110.000 unità di lavoro, circa 20.000 all’anno. Oltre 28.000 stabilmente a regime.
Inoltre, una recente ricerca del Centro Studi di Confindustria Toscana in collaborazione con quello di ANCE Toscana mette in evidenza come la dotazione infrastrutturale della nostra regione non sia adeguata rispetto alle necessità di una regione industriale come la toscana.
Pesano soprattutto i ritardi su strade e autostrade, trasporto ferroviario, sistema aeroportuale, sistema portuale.
Senza dimenticare anche altre dotazioni che sono precondizioni competitive per un territorio industriale. E’ il caso della banda larga, che è necessaria in una regione che voglia recuperare posizioni sul fronte dell’utilizzo delle tecnologie legate a Industria 4.0. Oppure dell’impiantistica necessaria in una logica di economia circolare per chiudere il cerchio di tante nostre filiere industriali, garantendo un maggiore recupero di materia, ma anche lo smaltimento degli scarti non recuperabili.
Ed altre in cui non è messa in grado di sfruttare appieno le sue risorse naturali, come nel caso della geotermia.
L’Intesa firmata in Regione – ricordano i presidenti confindustriali toscani – contiene l’elenco di tutte le opere che si attendono da tempo.
- La tirrenica
- La due mari
- Il sistema aeroportuale
- Il potenziamento dei nostri porti
- Il nodo fiorentino dell’alta velocità ferroviaria
“Cinque priorità toscane che sono cinque urgenze nazionali – ribadisce Ranaldo -. Su ognuna di esse l’appello forte va al Governo, perché si completino e si sblocchino i nodi che ancora impediscono a queste opere per noi fondamentali, di essere completamente realizzate apportando un notevole beneficio al territorio e alle imprese”.
Le imprese di questa regione chiedono l’intervento del governo sui nodi competitivi toscani. Sono “nodi-paese”. Perché qui è presente una delle piattaforme industriali più importanti d’Italia. L’appello lo rivolgono ai parlamentari del territorio regionale, di maggioranza e di opposizione, per un’azione bipartisan a favore della Toscana.
“Invieremo oggi stesso una richiesta di incontro al presidente del Consiglio”, dicono all’unisono i presidenti delle Confindustrie toscane, che aggiungono però “non ci sono soltanto le questioni di competenza nazionale. Molte questioni riguardano i livelli locali, come ad esempio la viabilità secondaria o le carenze infrastrutturali che riscontriamo in alcune nostre aree industriali.
Nei prossimi mesi, anche su questo, faremo un monitoraggio delle situazioni più critiche e chiederemo alla Regione e ai Comuni un impegno per riqualificare e infrastrutturare adeguatamente queste aree”.