“La sicurezza sul lavoro è un diritto“: la scritta, a firma CGIL Firenze, campeggia su uno striscione esposto davanti ai cancelli del deposito ENI a Calenzano. Già, la sicurezza. Ciò che è venuta a mancare il 9 dicembre scorso quando nell’esplosione del sito di via Erbosa persero la vita cinque lavoratori. Senza dimenticare, ovviamente, i numerosi feriti.
A sei mesi da quel tragico evento il sindacato ha organizzato un flash mob culminato, alle ore 11.45 di martedì 3 giugno, con il cosiddetto “minuto di rumore” che vi riportiamo nel video sottostante. Tra i partecipanti: l’assessora regionale Monia Monni, Guseppe Carovani, Lorenzo Falchi e Andrea Tagliaferri, sindaci, rispettivamente, di Calenzano, Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio.
L’iniziativa è stata l’occasione per ribadire il “sì”, per CGIL e i rappresentanti dei tre Comuni, ai cinque quesiti incentrati su lavoro, precariato, sicurezza del lavoro e immigrazione previsti dal referendum promosso da alcune organizzazioni sindacali (CGIL in primis) e movimenti civici, in programma domenica 8 e lunedì 9 giugno. Per completezza d’informazione li ricordiamo:
- “Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione”;
- “Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale”;
- “Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi”;
- “Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione”;
- “Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana”.
“Mi ricordo la mattina del 9 dicembre. I 5 sì sono importantissimi. In caso d’approvazione, dal giorno dopo migliorerebbero la vita di milioni di lavoratori. La catena di appalti e subappalti si nasconde spesso dietro alla deresponsabilizzazione sulla sicurezza sul lavoro che viene vista come un lavoro”, ha detto il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi.
“Il nostro voto al referendum può mettere un argine alla deriva che ha portato alla precarizzazione del lavoro. Senza valorizzazione del lavoro non è possibile costruire una società più equa e giusta. Come forze della sinistra abbiamo dimenticato qual è la nostra vocazione, cioè stare accanto ai lavoratori e difendere i loro diritti”, ha proseguito il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani.
“Quello che andiamo a votare non è un referendum tecnico, bensì un modo di vedere la società. Votiamo ciò che vogliamo che sia oggi il lavoro. Non è giusto essere licenziati in assenza di una giusta causa. Il committente, ad esempio, deve essere responsabile quanto il subappaltatore. Dobbiamo portare la gente a votare. Perdere questa battaglia significherebbe dare un colpo al futuro e alla società che vogliamo“, ha concluso il sindaco di Campi Bisenzio, Andrea Tagliaferri.
STEFANO NICCOLI