Le Mamme No Inceneritore rispondono a Monia Monni: “E’ triste utilizzare l’arma del discredito”

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Mamme No Inceneritore

Il comitato Mamme No Inceneritore riesce a muovere persone basandosi sulla paura. Questi tipi di movimenti, dai quali poi nasce il grillismo, studiano, è vero, ma non si può studiare per dimostrare una tesi che si ha già in testa“. Parole di Monia Monni, vice capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale, intervenuta martedì 26 gennaio alla trasmissione “Scusate l’interruzione” in onda su Radio Geronimo (LEGGI QUI).

Non si è fatta attendere la risposta delle Mamme No Inceneritore. Vi riportiamo il comunicato stampa.

E’  triste vedere un rappresentante delle istituzioni che, davanti a un crescente movimento di cittadini che si oppone a una scelta dell’amministrazione, cerca di utilizzare l’arma del discredito. E’ triste ed è, per chi vi ricorre, un gran brutto segno. Che la costruzione di un grande impianto industriale, qual è un inceneritore di rifiuti urbani, rappresenti un rischio per la salute umana non lo dicono le mamme. Lo dicono i documenti della stessa QtHermo, presentati per la VIA, che per inciso è già stata approvata. Nella documentazione di QtHermo (SIA allegato 10.1) non si determina se vi sia o meno un rischio, ma si stabilisce se il rischio è accettabile. Ovviamente QtHermo conclude che il rischio è accettabile. La ASL10 però prescrive una piano di sorveglianza sanitaria che riguarda i 37.000 residenti entro un raggio di 3 km da Case Passerini e 71 aziende agricole e zootecniche. Lavoratori e studenti non vengono considerati. Nel protocollo di monitoraggio si legge “”in sintesi, i dati di letteratura mostrano che l’attenzione agli eventi avversi per la salute umana negli popolazioni che vivono nei dintorni degli inceneritori si deve focalizzare su:

– tumori totali ed alcuni specifici tumori (in particolare linfomi non Hodgkin e sarcomi dei tessuti molli);

– alcuni effetti avversi per la salute riproduttiva (in particolare alcune malformazioni congenite, gemellarità, basso peso alla nascita). “Protocollo di monitoraggio ASL, allegato 1”.

Il relatore per la parte medica alla serata al Grotta era Annibale Biggeri, tra i più illustri epidemiologi italiani, Professore Ordinario di Statistica Medica presso l’Università di Firenze. Il Professor Biggeri è stato molto critico sulla documentazione di QtHermo. Questo rischio imposto non è accettabile e i risultati del monitoraggio arriveranno comunque troppo tardi. Ognuno di noi, adesso, può dire: no grazie, non sono disponibile a fare da cavia. Tanto più che, come ha documentato il Presidente di Zero Waste Italia Rossano Ercolini, l’esperimento è inutile. L’amministrazione nel procedimento autorizzativo avrebbe dovuto valutare le alternative alla costruzione dell’impianto. Ma le uniche alternative che sono state considerate sono diversi tipi di inceneritori. Perché la scelta di costruire l’inceneritore, questa sì, era precostituita.

Chiudiamo questa triste replica con due parole sul mito della Danimarca. La regione Toscana si è posta come obbiettivo di arrivare al 70% di differenziata. La Danimarca arriva al 22% di differenziata. Il motivo è che quando gli inceneritori sono costruiti devono bruciare al massimo della loro capacità, altrimenti si va in perdita. Paese green? Per molti aspetti, ma non per la gestione dei rifiuti. Nel 2013 il ministro danese Auken ha annunciato un piano di graduale riduzione dell’incenerimento e aumento del riciclo, ma la strada da fare per i danesi è ancora tanta. Gli inceneritori inquinano, anche in Danimarca. Qui abbiamo la fortuna di non aver fatto questa scelta e di poter immediatamente adottare soluzioni sostenibili e più moderne. Perchè non lo facciamo? Le amministrazioni non ci hanno mai risposto, ma i 700 cittadini presenti al Grotta e i 450 che ci hanno seguito in streaming sanno che le MNI stanno difendendo gli interessi della comunità”.

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