“Le Stelle di Lampedusa”: luci di speranza che squarciano le tenebre della tragedia

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Non ignara mali miseris succurrere disco
(Non ignara del male imparo a soccorrere i miseri)

Così Didone, regina di Cartagine (in Libia si trovarono), nell’Eneide di Virgilio accoglie Enea, l’eroe troiano dalla cui stirpe originerà Roma.

Un esempio di accoglienza, così come quella dei Feaci nei confronti di Ulisse, che oggi appare incomprensibile a molti ma che invece è attuata, anche a costo di grandi sacrifici, da altri.

Uno fra tutti Pietro Bartolo, da trent’anni medico al porto di Lampedusa.

Nel pomeriggio di venerdì 11 ottobre ci ha raccontato storie che, seppur vere, mai trovano spazio nei telegiornali.

D’istinto mi sentirei di dedicarle ai politici, ai leoni da tastiera o più semplicemente a tutti quelli che si “lamentano della pioggia incessante”, poi però rifletto e mi accorgo che nessuno, io meno che mai, si può considerare assolto. Continuano a morire migliaia di persone ma siamo capaci solo di sterili polemiche.

Una volta tanto ascoltiamo le parole di chi ha visto e si è prodigato. Poi, per chi vorrà, la riflessione. Ognuno la sua, per carità.

E’ una testimonianza dura. Ci vuole la giusta predisposizione per ascoltarla, ma prima o poi va trovata.

 

DANIELE NICCOLI

 

 

 

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