il testo integrale:
Purtroppo la nostra regione e, in particolar modo, la piana fiorentino-pratese ha dovuto subire recentemente due catastrofici accadimenti: lo scorso anno l’alluvione di Campi Bisenzio e appena pochi giorni fa, il disastro del deposito carburanti ENI di Calenzano. In entrambi i casi ci sono stati morti e feriti.
A seguito dell’incidente avvenuto al deposito carburanti di ENI, abbiamo preso atto delle sue parole rilasciate il 9/12/24 a LA7 dove rispondendo sulle probabili cause dell’incidente, ha dichiarato: “Quella è la quinta area più urbanizzata d’Italia”, seguita dai successivi commenti sulla carta stampata di vari esponenti della Giunta e di altri soggetti politici che “solo ora” si accorgono che la Piana è satura, addirittura prospettando l’ipotesi di una possibile delocalizzazione dell’impianto perché collocato in una zona troppo urbanizzata.
Tuttavia, la tragedia è effetto di una gestione di un impianto a rischio d’incidente rilevante (RIR) inadeguata dal punto di vista industriale, ambientale e sanitario, ma è soprattutto la conseguenza una di pianificazione territoriale che ha permesso durante questi ultimi 65 anni (a partire dal 1960) di costruirci intorno, fino a saturare completamente la Piana.
Perciò, dietro quella pianificazione così poco lungimirante, la responsabilità è solo ed esclusivamente “politica”, in quanto molti amministratori nel corso dei decenni, in nome della crescita e dell’espansione urbana, si sono piegati agli interessi di parte, sottovalutando il problema del consumo di suolo e della compatibilità delle funzioni nel contesto dell’area vasta.
Ebbene, “quella stessa politica”, da oltre 30 anni ha sistematicamente ignorato gli avvertimenti e le preoccupazioni provenienti dalla società civile e dall’associazionismo.
Tale incoerenza politica, sul piano del metodo e del merito, è palese quando si dichiara che la Piana è troppo urbanizzata e subito dopo si accondiscende a costruire un nuovo aeroporto, che andrà ancor di più a distruggere e impoverire l’ecosistema della Piana, peraltro con rotte di decollo e atterraggio che andranno a lambire, se non a sorvolare la Toscochimica e lo stesso deposito carburante ENI, tutte aziende a rischio rilevante ex art. 8 della Direttiva Seveso TER, questo anche in presenza di nuove e vecchie Oasi dove migra avifauna di cospicue dimensioni, con tutti i rischi connessi di “bird strike”.
L’editoriale di Raffaele Palumbo sul Corriere Fiorentino dell’11 dicembre scorso riassume esattamente le nostre stesso domande: «Dov’era la politica quando ha autorizzato quelle opere di saturazione edilizia della Piana, sottovalutando il pericolo ed autorizzando le costruzioni anche in prossimità di questi impianti a rischio d’incidente rilevante?»
L’editoriale di Andrea Vivaldi su Repubblica Firenze del 15 dicembre evidenzia come nel Piano di Emergenza Esterna, ci siano delle incoerenze e contraddizioni, rispetto a similari Aziende a Rischio Rilevante, Piani di Emergenza apparentemente sono stati approvati con il coinvolgimento anche della Regione Toscana.
Quindi oggi si parla di voler spostare l’impianto, solo per non rispondere delle enormi responsabilità politiche, sulle scelte fatte nel passato.
Aggiungiamo, che senza le nostre battaglie e i nostri ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato in quel fazzoletto di terra oggi ci sarebbe anche l’inceneritore di Case Passerini, inceneritore anch’esso impianto a rischio d’incidente rilevante (prima classe).
Che dire poi della questione dei sorvolati di Brozzi, Peretola, Quaracchi, Le Piagge. Oggi, con lo stesso modus operandi, cercando di scaricare la propria responsabilità politica su altri, si promette loro di risolvere il problema acuto dell’acustica, prospettando la nuova pista e scaricando i problemi di sicurezza, d’inquinamento ambientale e rischi per la salute su altre comunità della Piana.
Le rammentiamo che il Progetto di Parco Agricolo della Piana, avallato da un processo partecipativo e condiviso dal territorio, era già stato approvato fra il 2010/2011. La politica poi, in maniera autoritaria e autoreferenziale, vi inserì il progetto di qualificazione del Nuovo Aeroporto, ipotesi fin qui cancellata da sentenze del TAR e del Consiglio di Stato.
Nella riproposizione del Nuovo Masterplan 2035, con valutazione oggi in itinere presso il competente Ministero, oltre a tutti i problemi già ampiamente evidenziati dopo l’alluvione del 2 novembre 2023 abbiamo preso atto che la Regione Toscana pur senza nessuna nuova indagine od osservazione in tale senso, accetta passivamente la variazione del corso del “Fosso Reale”, ovvero quella infrastruttura idraulica che regola il complicato reticolo di acque basse e acque alte della Bonifica della Piana, inserendoci a forza il nuovo scalo aeroportuale, pericoloso e quanto mai impattante.
Tale decisione ci suona ancora più spregiudicata quando in Commissione Speciale Alluvione, presso il Comune di Campi Bisenzio, si sente dichiarare da soggetti come il LAMMA, il Consorzio di Bonifica e la stessa Regione Toscana che:
– “È chiaro che il cambiamento climatico rimette in discussione purtroppo tutta quella che è la fase di progettazione che è basata su tempi di ritorno che forse a questo punto saltano dal punto di vista statistico, e quindi bisogna trovare una modalità nuova”
– “La tecnica predittiva dei tempi di ritorno non è più efficace”
– “Occorre agire su tutte le misure possibili diminuendo il rischio senza aumentare
il danno. Estremizzo, in qualche situazione può essere più utile delocalizzare una qualche struttura che fare tutti gli interventi che avrebbero un costo molto superiore per la sua messa in sicurezza”
– “Il compito principale della Commissione Scientifica nominata dalla Regione Toscana a seguito dell’alluvione di Campi Bisenzio è quello di rispondere alla domanda su come dobbiamo progettare le nuove opere sapendo che l’evento due centennale è un evento di riferimento” … “si sta cercando di capire quali possono essere le risposte da dare a situazioni dove il target due centennale è palesemente un target non adeguato all’esperienza reale che è stata vissuta ad esempio a Campi”.
Quanto sopra esposto, obbliga tutti a una rivisitazione dei calcoli probabilistici, con l’ampliamento del “delta” per i tempi di ritorno: decennali, trentennali e due centennali Q(Tr200), con divagazione naturale dei fiumi e torrenti entro i propri alvei naturali, e limitrofi ambiti di rispetto, ovviamente con l’aggiunta di appropriate casse di espansione. Ovvero l’esatto contrario di quanto prospettato nel nuovo progetto aeroportuale.
Le rammentiamo le Sue dichiarazioni del 4 e 5 novembre 2023, andate in onda il 4/11 sul TG di TVL ore 20:30 https://www.youtube.com/watch?v=RYWQJvsORo0&t=264s riprese poi domenica 5 novembre da TGCom 24 alle ore 9:30, dove in risposta al Sindaco di Prato sulla responsabilità dell’accaduto, Lei attribuiva parte della colpa di quanto è successo agli stessi Sindaci, che con varianti ai Piani Regolatori hanno nel tempo richiesto di effettuare nuove edificazioni, con conseguente maggiore consumo di suolo.
Sue dichiarazioni pubbliche riconfermate anche il 9 novembre 2023 alla testata il Tirreno sul potenziale stop al nuovo consumo di suolo: “è importante, però, prendere lezione da ciò che accade e per il futuro non dobbiamo consentire neppure un centimetro di cemento in più nelle zone allagabili”, mentre Lei con la nuova pista aeroportuale avallerebbe ulteriore consumo di suolo in una zona allagabile, con comprovato rischio idraulico.
Esattamente come oggi per il caso ENI/Calenzano, dichiara che la Piana è satura, salvo poi promuovere con forza un nuovo aeroporto proprio nella stessa area.
A tal proposito, si evidenzia come proprio a seguito dell’evento di Campi Bisenzio, Lei anche in qualità di Commissario Straordinario dichiarò che sarebbe stato costituito un Comitato Scientifico che avrebbe rivisto tutti i parametri idraulici e di conseguenza, valutato e verificato la situazione urbanistica, rivedendo anche tutti i parametri autorizzativi.
Ebbene, a distanza di oltre un anno, tale Comitato Scientifico, sulla base dell’accesso agli atti formulato, ancora non esiste, la convenzione con il Centro per la Protezione Civile dell’Università degli Studi di Firenze, con la Fondazione Politecnico di Milano e l’Associazione Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue, non sarebbe stata ancora sottoscritta, di conseguenza nessuna valutazione è ancora possibile.
Chiediamo: qualora il progetto di Nuovo Aeroporto fosse approvato, nel malaugurato caso di nuovo evento alluvionale, si avrebbe poi il coraggio di affermare che l’Aeroporto lì proprio non ci doveva stare?
Perciò, la politica non può dichiarare oggi contemporaneamente che la Piana è satura e poi accettare di aggravarne il carico antropico, autorizzando un nuovo aeroporto: questa è una posizione insostenibile, oltre che vergognosa.
I firmatari,
ANPI Brozzi, Quaracchi, Le Piagge
Associazione Fare Città Campi Bisenzio
Associazione VAS Onlus – Prato
Comitato Sorvolati – Brozzi Peretola Quaracchi Le Piagge Comitato NO Aeroporto Prato e Provincia Coordinamento Comitati per la Salute della Piana PO-PT Comitato Ambientale di Casale
Comitato Difendiamo la Nostra Salute Prato Sud Comitato Mente Locale della Piana – Campi Bisenzio Comitato Oltre Carmignano Poggio a Caiano Collettivo DiPolo – Sesto Fiorentino
4
Comitato No Tunnel TAV Firenze FridaysForFuture Firenze FLC-CGIL Università di Firenze GRASP AlterPiana
Italia Nostra Firenze Legambiente
Medicina Democratica Firenze MuovitiToscana!
Osservatorio Ambientale – Prato
Orto Collettivo – Calenzano
Presidio NO-INC NO-AERO
Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio