L’odissea dei profughi accolti alla Gobetti

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“Sono rimasto solo. I miei  genitori i miei parenti li hanno uccisi tutti”, Sono le poche parole che Marcauley, nigeriano di 21 anni ha rilasciato ad un giornalista de “La Repubblica”. E’ uno dei pochi sopravvissuti del suo villaggio nigeriano. Gli altri sono stati uccisi dai membri del Boko Haram , l’organizzazione jihadista che dà la caccia a tutti i cristiani. “Ho camminato nel deserto per tre mesi fino a Tripoli, ora l’Italia è il posto migliore dove possa stare».

Provengono dall’Africa e dall’Asia i 60 profughi che da qualche giorno sono ospiti della scuola Gobetti di Sesto Fiorentino. Sono arrivati fin qui dopo mesi passati nel deserto e dopo aver affrontato quell’inferno che deve essere la Libia di oggi .“La Libia è nel caos – dice Husman, pakistano – Nelle strade della capitale bande armate di pistole e coltelli derubano chiunque. Chi non ha niente in tasca viene ucciso o ferito”.

Sono molto stanco” dice Alasana Latia, ventiseienne del Gambia. Come gli altri ha dovuto pagare 1500 euro per il viaggio della speranza su barcone che conteneva quattrocento persone. Come gli altri non ha più niente, né famiglia né soldi, né documenti né indirizzi a cui rivolgersi.

Potrà essere sufficiente la solidarietà di Sesto a far sentire questi giovani cittadini del mondo di nuovo uomini liberi?

 

STEFANO NICCOLI 

 

 

 

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