Mamme No Inceneritore: “È tempo che la politica faccia il proprio dovere”

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Mamme No Inceneritore

Torna prepotentemente alla ribalta la questione dell’inceneritore di Case Passerini. Le Mamme No inceneritore prendono spunto dalle dichiarazioni dell’assessore Fratoni per ribadire il No all’incenerimento come soluzione del problema dei rifiuti.

Di seguito il comunicato stampa integrale:

“È tempo che la politica faccia il proprio dovere, che è quello di fare le scelte migliori per la tutela dei cittadini.

Abbiamo letto le dichiarazioni dell’Assessore Fratoni in cui si afferma che una decisione del TAR a favore dei comitati e delle associazioni contro l’inceneritore, rimetterebbe in discussione la decisione politica dell’impianto. Il TAR dovrà valutare se le procedure per le autorizzazioni non sono state corrette, così come nell’oggetto del ricorso e quindi siamo, coerentemente, nel campo amministrativo. Il piano politico, invece, può prescindere dal tribunale regionale, può essere messo in campo fin da subito! Lo dicono anche gli stessi amministratori di Quadrifoglio e Qthermo: sta alla politica decidere cosa fare ora.

Le decisioni, quando sono sbagliate, possono e devono essere rimesse in discussione.

In questo caso la politica dovrebbe da subito assumersi la responsabilità di considerare le alternative all’incenerimento dei rifiuti, che in altre città italiane stanno portando grandi successi in termini di ritorno economico (i rifiuti ben separati tornano a essere materie prime), qualità dell’ambiente e posti di lavoro.

Fra queste città abbiamo più volte citato Treviso, Empoli, i comuni a rifiuti zero e i comuni ricicloni, ma da qualche mese anche Genova ha lanciato la raccolta dei rifiuti porta a porta con tracciamento e tariffazione puntuale (più ricicli meno paghi). La città ligure, che parte con una percentuale di raccolta differenziata inferiore a Firenze, sta così cercando una soluzione definitiva per i problemi di smaltimento che l’hanno caratterizzata negli ultimi anni.

In Europa la Slovenia, che ha recentemente sposato questa politica di gestione rifiuti, da fanalino di coda si è trasformata nel Paese europeo più virtuoso per riduzione dei rifiuti urbani totali prodotti e per incremento percentuale di raccolta differenziata, con una drastica riduzione della quota residua da smaltire.

Se si può fare nella capitale Lubiana, si può fare anche a Firenze.

Questa è una decisione politica, una buona opzione, che noi cittadini abbiamo valutato nel dettaglio e di cui chiediamo da più di 1 anno di discutere con l’amministrazione regionale, che non ci ha mai risposto.

Abbiamo la possibilità di seguire una strada pulita e all’avanguardia, di contro c’è la scelta di una gestione rifiuti basata su un sistema misto inefficiente, prevalentemente a cassonetto, con chiavetta o senza, interrato o meno, e di una scelta fatta 20 anni fa di costruire un impianto industriale inquinante e costoso, retto da costi esosi di smaltimento per i cittadini dell’area gestita e da contributi alle fonti rinnovabili (costo sostenuto in bolletta elettrica da tutti i cittadini italiani), che disincentiva i meccanismi di recupero materiali (i rifiuti indifferenziati arrivano tal quali agli inceneritori, senza pretrattamento) e che non è flessibile (l’impianto, per funzionare al meglio, dovrebbe bruciare sempre almeno 180.000 t/anno).

Sono passati pochi mesi da quando 20.000 persone hanno sfilato per le vie di Firenze per dire no all’inceneritore e Sì ad alternative esistenti; da allora nessun amministratore metropolitano e regionale ha risposto alle nostre richieste o valutato le nostre proposte. Non solo: gli amministratori non hanno ritenuto necessario rispondere ai cittadini su tutti quei dubbi che sono emersi in questi mesi di dibattito come per esempio:

Dove andranno le ceneri e gli scarti (ad oggi considerati in parte rifiuti tossici) prodotte dall’inceneritore?

Dove sono gli studi e le analisi comparative, rispetto alla costruzione di un inceneritore, delle alternative come prescritto nei procedimenti di valutazione di impatto ambientale e sanitario?

Spesso sono state riportate dichiarazioni da parte di tecnici in conflitto di interessi, con evidenti strafalcioni tipo: l’impianto inquinera’ meno di 10 caminetti o meno di 1 tir…. e via delirando. Intanto le popolazioni della Piana continuano a dover subire una situazione pesantissima in termini di inquinamento e senza che i solerti tecnici e amministratori si preoccupino, quantomeno, di monitorare la qualità dell’aria in quella zona, seguendo le indicazioni della stessa Valutazione di Impatto Sanitario.

Le soluzioni serie non possono essere lasciate a questi tecnici, ma, aggiungiamo, nemmeno a giudici amministrativi o di altra natura. Deve tornare in campo la politica, quella che non veda i cittadini come un fastidio o come un nemico da disarmare ma come una preziosa risorsa di partecipazione e condivisione delle scelte. 

È tempo che la politica faccia il proprio dovere, che è quello di fare le scelte migliori per la tutela dei cittadini.

 L’incenerimento, lo diciamo da sempre, non è la soluzione: è il problema.

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