I fedeli musulmani avranno una “casa” a Sesto Fiorentino, dove ritrovarsi per pregare.
A rimanere senza casa, ancora una volta, sono gli elettori di centrodestra, colori i quali si riconoscono nella tradizione liberale che riscoprono, ancora una volta, la propria solitudine politica. La scelta è tra la confusione degli ultimi quattro anni, il becerume leghista e le sceneggiate dei nostalgici del ventennio.
Chi per anni si è battuto per i diritti individuali, per la libertà, per la costruzione di una casa laica dei moderati, oggi, non può che apprezzare la scelta della Diocesi e delle istituzioni.
Perché la libertà di religione è un caposaldo della democrazia e una componente fondamentale della libertà individuale. Costruire uno spazio idoneo non significa solo permettere l’esercizio di questa libertà. Significa favorire un maggiore controllo degli estremismi che possono nascere in seno alla Comunità islamica: realtà circoscritte, controllate, inserite nel tessuto urbano e sociale in un contesto di collaborazione con le forze dell’ordine sono la migliore prevenzione. Chi afferma il contrario, semplicemente, non sa di che cosa parla.
Una moschea è un’opera che attira investimenti e valorizza il territorio. Dobbiamo avere la forza di porre, da destra, paletti chiari: investimenti di qualità, trasparenza nei fondi, patto civico con il futuro Imam. Per farlo servirebbe che i moderati si ritrovassero intorno ad una proposta seria, coerente e rispettosa nei confronti di chi, per anni, ha creduto che anche l’Italia potesse avere un’alternativa liberale e democratica, laica ma con le radici salde e ben affondate nella tradizione giudaico-cristiana di cui la libertà è il frutto più grande.
Marco Baldinotti e Giorgio Gargiulo, ex consiglieri comunali a Sesto Fiorentino del PDL