Queste alcune parole del Rettore dell’Università degli Studi di Firenze, Luigi Dei, nel corso del dibattito pubblico sulla moschea tenutosi alla biblioteca Ernesto Ragionieri nella serata di martedì 30 gennaio:
“La grande forza della ricerca scientifica è quella di non avere confini. L’Università rappresenta l’universalità della conoscenza, della cultura, dell’istruzione. Non conosce barriere, non conosce religioni. L’Università è per sua natura luogo di dialogo, apertura, confronto, tolleranza, rispetto di tutte le idee, di tutti i credi religiosi e opinioni. Proprio per questo l’Università è laica perché crede nell’uomo come valore positivo e quindi nei principi fondamentali di libertà uguaglianza e fratellanza. Questi sono itre princìpi ci hanno guidato in questa operazione.
Questo è un anno di ricorrenze positive e negative: 100 anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale; cento anni dalla nascita di Nelson Mandela, il padre dei diritti umani; settanta anni dall’entrata in vigore della nostra Costituzione, quella Costituzione che noi cerchiamo di onorare con questo accordo; ottanta anni dalle leggi razziali. Un’ignominia, un’infamia stampata sui libri di storia nazionale. Da scienziato posso dire che la razza umana non esiste. Esiste un interessantissimo studio dell’Accademia della Crusca che sgombra il campo dai dubbi. C’è stato chi faceva derivare la parola Razza da ratio e quindi dall’homo sapiens. Non è così. Razza deriva da un termine che indica una particolare tipologia di cavallo. La razza non ha niente a che fare con l’homo sapiens sapiens. Purtroppo si legge ancora oggi di una presunta razza bianca in estinzione. Non esistono le razze, ma le etnie e auguriamoci che non ci sia mai più un’etnia che rischia l’estinzione.
L’Università però è anche lo specchio del Paese tant’è che gli studenti stranieri sono il 9%, più o meno come la popolazione straniera residente che è l’8,3%. Per lo più si tratta di europei non islamici. Eppure il percepito da parte della popolazione non corrisponde alla realtà dei numeri.
In questa cornice è maturato ilprogetto di dialogo con cui si cerca di affrontare il problema di consentire a tutte le persone di professare la propria religione. Con questa operazione abbiamo guardato al passato, abbiamo capito che il presente ci offre una situazione molto diversa e abbiamo cercato di costruire una piccola porzione di futuro”.