Il segretario regionale del Partito Democratico Dario Parrini ha rilasciato un’intervista a La Repubblica riguardo la mozione di sfiducia presentata da otto consiglieri dem contro il sindaco di Sesto Fiorentino Sara Biagiotti.
Segretario Parrini, che intende fare con gli 8 dissidenti di Sesto, li cacciate fuori?
“Quello che sta avvenendo è inconcepibile. Le mozioni di sfiducia contro un sindaco sono ammissibili in casi estremi di malgoverno, non come valvola di sfogo di rancori settari”.
E dunque?
“Alcuni degli otto alle ultime regionali sono persino giunti ad invocare il voto disgiunto contro Rossi prendendo a pretesto le nuove infrastrutture in programma nella Piana. Ciò nonostante Rossi ha preso a Sesto un eloquente 55%. I cittadini si sono pronunciati nettamente già una volta. Sono certo che lo faranno di nuovo se la mozione non verrà ritirata. E il ritiro dell’atto, che auspico e ancora ritengo possibile, è la condizione per il riavvio di qualunque discussione”.
La mozione verrà votata martedì 21 prossimo.
“Se la mozione passasse verrebbero inflitti a Sesto, città di grandi tradizioni democratiche, mesi di commissariamento e di paralisi politica. Si metterebbero in forse posti di lavoro e investimenti strategici. Sarebbe un pugno in faccia al buonsenso, al popolo del Pd e a tutti gli elettori. Si dimostri senso di responsabilità. Il bene comune deve venire prima di tutto. Non si gioca al tiro a segno contro le istituzioni”.
Ma gli 8 dem dicono che l’amministrazione Biagiotti non dialoga più con la città. Che continuare così significa penalizzare i sestesi.
“Sara Biagiotti sta governando Sesto con passione e risultati importanti. È stata eletta sindaco col 56%. E anche alle regionali del 31 maggio mi pare che i cittadini abbiano apprezzato assai più la sua equilibrata concretezza che non il ribellismo scomposto dei suoi contestatori”.
E secondo lei cosa sta succedendo allora a Sesto?
“A Sesto è stata messa in atto un’imboscata politica. Non mi vengono in mente altri termini. Sono indignato da quella mozione. E come me sono indignati anche tanti nostri iscritti ed elettori”.
Cosa ha da dire agli 8 ‘guastatori’?
“Dico che portare la mozione alle sue estreme conseguenze significa mettersi fuori non solo dal partito, cosa perfino ovvia, ma anche, a mio avviso, dalla possibilità di guardare i cittadini negli occhi. Stiamo assistendo a una prepotenza contro cui tutti devono pronunciarsi. Tra far sponda o stare zitti non c’è differenza”.
Perfino la Confesercenti si è pronunciata.
“Due fatti positivi mi hanno colpito: la coralità delle reazioni dei sindaci, e la compattezza del partito. La mozione di sfiducia è stata condannata da tutte le aree del partito, a prescindere dai contrasti di strategia esistenti a livello nazionale. Le prime espressioni di solidarietà le ho ricevute da esponenti di SinistraDem. Gli 8 stanno compiendo un grave errore e sono isolati. Sono ancora in tempo a fermarsi. Lo facciano”.
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