Pole i’Nardella permettisi di fare l’aeroporto a Sesto? No!

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Locandina del Film

Le questioni di aeroporto e inceneritore hanno riportato nei cittadini di Sesto e della Piana quella voglia di discutere e di partecipare che non si vedeva da anni. Ruolo fondamentale nella disputa fra pro e contro “Grandi Opere” lo hanno svolto le Case del Popolo, da sempre presidio democratico del nostro territorio.

Con la voglia di sorridere allora ho provato ad immaginare come questo dibattito si sarebbe potuto svolgere negli anni ’70, quando, in certi ambienti, le ideologie erano granitiche e la sintassi un’utopia.

Pur tuttavia ciò che segue non è totalmente frutto di fantasia perché il tempo passa, ma certi personaggi variopinti continuano ad esistere. E meno male, aggiungo, perché i loro interventi spesso risultano più saggi di quelli ingessati di certi politici.

E ora, come si direbbe in  Berlinger ti voglio bene, ” Basto co ‘ricreativo, principia ad avviare i’ curturale”:

Primo intervento: “Le cose da dire le sarebbero tante. Io cerco di dire qualche cosa. Unnè facile. Gli argomenti sono veramente grossi. I problemi sono iniziati da tanto tempo, lo dico velocemente senza pretesa alcuna. I problemi vengano da lontano. Ci potremmo perdere diverso tempo, e unnè il caso”.

Secondo intervento: “l’aeroporto, l’aeroporto, l’ aeroporto… e l’inceneritore. Eh? Icchè vu’mi dite dell’inceneritore?”

Terzo intervento: “I fiorentini vogliano l’aeroporto, ma ce lo vogliano mettere in casa a noi. E no eh! Che se lo faccino in via Carzaioli. Icchè ci si s’entra noi. Garbati sì”.

Quarto intervento: “Torno a bomba sulle nostre questioni: la Piana, che sono anche le nostre colline, l’è un posto abusato, l’è pieno di nocività. Per esempio i centri commerciali e via e via”.

Quinto intervento: ” le un si cambiano le cose solo perché si cambia un sindaco. Con rispetto parlando, naturalmente”.

Sesto intervento:” Icchè vole i’ Nardella, piglia i voti a Firenze e poi ci viene a metter l’aeroporto a Sesto. Vai, vai”.

Settimo intervento: “Bellini sì. Vu’ siete pronti solo a dire di no a ogni cosa. L’aeroporto no, l’inceneritore no, l’autostrada no, la Tavve no. C’è poco da fare gli’avea ragione Lenin a dire che l”estremismo l’è la malattia infantile di’ comunismo”.

Ultimo intervento: “Eh no! E la nostra responsabilità dove la mettiamo? Sennò ci si piglia tutto quello che succede e via e via. Perché bisogna dillo, dimolte persone le stanno a guardare e invece bisogna mettisi a giocare, ma non per sé, ma per tutti. E qui mi fermo sennò ne dico troppe”.

TUTTOSESTO

 

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