Polo scientifico di Sesto: porte aperte alla biobanca

0
145
Università 1
TuttoSesto

Un patrimonio per la ricerca, un archivio vivo di conoscenza, una cassaforte della vita allo stato molecolare. La da Vinci European Biobank (daVEB) è tutto questo insieme: oggi, in occasione della settimana europea delle biotecnologie (Biotech European Week), ha aperto le sue porte al pubblico.

La struttura, che si trova nel Campus di Sesto Fiorentino ed è di proprietà dell’Università di Firenze, svolge il compito importantissimo di conservare i campioni biologici, oltre 12mila, necessari per la ricerca in campo medico, genetico e farmacologico. La daVinci European Biobank è di proprietà dell’Università di Firenze dal 2017, a seguito della donazione da parte della Fondazione Fiorgen che l’ha istituita nel 2009.

Una biobanca è una struttura che, nel pieno rispetto dei diritti dei soggetti coinvolti e secondo comprovati standard di qualità, raccoglie e conserva materiali biologici e le informazioni collegate – ha detto Paola Turano del Dipartimento di Chimica, responsabile scientifico di daVEB-. I campioni e i dati servono per applicazioni in campo clinico-diagnostico, ad esempio per identificare biomarcatori di patologie o per studiare la risposta individuale al trattamento con farmaci. Le applicazioni più importanti sono nella genomica, trascrittomica, proteomica e metabolomica”.

L’open day della biobanca, a cui è intervenuto stamani il rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei, ha anche lo scopo di sensibilizzare i visitatori alla possibilità di collaborare allo sviluppo della ricerca mettendo a disposizione i propri campioni biologici.

Come cittadini attraverso le biobanche possiamo ritrovarci ad essere non solo destinatari ma anche attori dello sviluppo scientifico – ha spiegato ancora Turano -. Ovviamente nel rispetto assoluto della privacy e della libertà individuale, nonché attraverso una adesione consapevole e volontaria del singolo a questo tipo di progetti”.

All’open day hanno partecipato 200 studenti universitari e alcune classi delle scuole medie secondarie superiori dell’area metropolitana.

Università di Firenze

NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO