Maurizio Quercioli, ex capogruppo di Sesto Bene Comune al consiglio comunale di Sesto Fiorentino interviene nel dibattito politico cittadino rilasciando un’intervista esclusiva a tuttosesto.net.
Siamo ormai a pochi mesi dalle elezioni comunali, puoi anticiparci quelli che saranno i punti salienti del programma di Sesto Bene Comune?
“Sesto Bene Comune è nato come coalizione politica nel marzo del 2014 per unire esperienze e proposte di un partito, di un movimento e di varie associazioni e comitati sul territorio. Il programma che presentammo alle elezioni era semplice e chiaro: difendere il territorio di Sesto dalle calamità previste di pista aeroportuale ed inceneritore, rilanciare una visione alternativa per un vero parco nella piana con al centro la ricerca (polo scientifico) e le oasi naturali e con una visione nuova della raccolta dei rifiuti basata sulla differenziata spinta fino all’obbiettivo rifiuti zero. Parlammo anche di recupero delle attività nel centro storico e del ruolo di traino di una visione positiva della cultura. Nell’anno di vita della passata amministrazione abbiamo con coerenza e onestà politica perseguito questi obbiettivi in tutte le sedi istituzionali e nei movimenti. Per questo ci presentiamo oggi alla prossima scadenza elettorale come l’unica forza credibile per una vera alternativa di governo al Comune di Sesto. Abbiamo anche costituito recentemente una Associazione come supporto ed elaborazione delle politiche sul territorio per estendere e qualificare i contributi a questo progetto. Per rispondere alla domanda, il punto saliente del programma sarà la qualità del territorio e della vita nel nostro comune. Vogliamo recuperare una storica tradizione dei sestesi per scelte di sviluppo sostenibile e per la salvaguardia di una buona qualità della vita. Ciò significa lavorare per un Parco della Piana attrezzato e fruibile a tutti, in cui venga sviluppato il polo scientifico e la ricerca applicata allo sviluppo economico in particolare della nostra area. Significa operare attivamente per recuperare il centro storico riproponendo funzioni che riportino la gente e contribuiscano alla ripresa della socialità e delle attività di commercio: dobbiamo quindi riaprire strutture adesso chiuse (Palazzo Pretorio, Polisportiva ecc.) inserendole in un progetto concreto di sviluppo. Significa pensare in maniera nuova ai tanti beni culturali di Sesto che, recuperati alla fruibilità collettiva, possano aiutare lo sviluppo: un ruolo attivo della cultura come leva di nuovo lavoro. Significa quindi che pensiamo il lavoro e lo sviluppo come conseguenza di idee di radicale rinnovamento”.
Nel centro-sinistra comincia a muoversi qualcosa. Come vedi questo proliferare di associazioni?
“Tutto quello che si muove sul piano sociale e civile è da considerare positivo: se mai bisogna vedere la direzione e i programmi di queste associazioni. Faccio notare comunque che il ‘centro sinistra’ è un termine ormai superato dagli avvenimenti. Le scelte di Renzi come segretario PD e come Presidente del Consiglio vanno in direzioni diverse. A Sesto, ancora prima, quella scelta politica fu sconfitta il giorno che tutto il PD decise di non fare le primarie rompendo con gli alleati di sinistra”.
Giovedì è stato celebrato il primo atto dell’associazione “Per Sesto” che si è posta l’obiettivo di riunire sotto lo stesso tetto il centro sinistra sestese. Quale sarà il vostro rapporto con loro?
“Ripeto: il centro sinistra non esiste più. Ogni nostro rapporto è basato sui programmi, sulle scelte concrete e sulla reale coerenza nel gestirle. Noi per primi abbiamo fondato una “Associazione per Sesto Bene Comune” con l’obbiettivo di raccogliere contributi e saperi da tutti quelli disposti a lavorare per una vera alternativa al governo della città. Forti della coerenza delle nostre scelte passate pensiamo di garantire un programma di alto profilo per Sesto e per le generazioni future: ad esse infatti pensano gli amministratori accorti. Vorrei che i figli dei miei nipoti potessero vivere in una città più sana e pulita come conseguenza di uno sviluppo virtuoso. Noi lavoriamo perché i Beni Comuni siano protetti e sviluppati a favore delle popolazioni e non per il profitto di pochi”.
Pensi che ne possa scaturire una lista in grado di presentarsi alle elezioni? E, in caso affermativo, si potrebbe pensare ad un’alleanza?
“Non so cosa scaturirà da quella associazione. In ogni caso il programma e la credibilità nell’attuarlo sono alla base di ogni nostro atto”.
Hai confermato la tua candidatura a sindaco. Quali sarebbero le prime tre cose che faresti se tu fossi eletto?
“1 Una nuova contrattazione per la raccolta rifiuti che aumenti la differenziata anche con il ricorso alla raccolta porta a porta con l’obbiettivo dei rifiuti zero. E’ nostra intenzione dimostrare l’inutilità e la dannosità degli inceneritori.
2 Agire per vie legali e per vie istituzionali a fianco di comitati ed associazioni per bloccare i programmi di costruzione di inceneritore e pista aeroportuale.
3 Un tavolo con associazioni di categoria, sindacati e cittadini per affrontare il problema centro storico”.
Il Pd candiderà Sara Biagiotti o pensi sia più plausibile una candidatura Barducci come si vocifera da più parti?
“Non spetta a me entrare nel merito dei problemi di un partito.
Noto che i problemi del PD che erano tanti già un anno fa sono ancora tutti lì: anzi sembra si siano ancora più accentuati. Non credo che un partito così sia in grado di dirigere un comune importante come Sesto: un periodo di opposizione potrebbe essere utile per lui stesso e per i cittadini di Sesto.
Il fatto che Sesto Bene Comune non abbia un punto di riferimento politico nazionale potrebbe frenare i suoi risultati a livello locale?
“Credo che i risultati politici siano frutto esclusivamente delle idee e della capacità di gestirle e attuarle. Le nostre proposte sono di alto profilo e pensiamo che il rapporto costante con i cittadini e la loro condivisione, possano aiutare a vincere. Del resto, soprattutto in elezioni a livello locale, non è l’ideologia che premia ma la concretezza delle proposte.
Metà esatta degli elettori sestesi non ha votato alle ultime elezioni regionali nonostante che l’offerta delle varie liste coprisse tutto l’arco delle idee.
“Penso che quei ventimila sestesi che non hanno votato a giugno scorso possano essere spinti a tornare alle urne da proposte concrete legate alla loro vita e a quella del territorio indipendentemente da offerte più o meno credibili di organzzazioni nazionali”.
Come giudicate l’operato del commissario prefettizio Antonio Lucio Garufi?
“Il commissario prefettizio in quanto funzionario di governo ha compiti puramente istituzionali e l’obbiettivo della gestione degli affari correnti di un Comune. Non possiamo chiedere a questa figura scelte di prospettiva. Ferma questa premessa credo che il sig. Garufi stia svolgendo il proprio ruolo con capacità e serietà (dimostrata anche nei due incontri avuti con lui). Non mi sembra che stia facendo rimpiangere la caduta dell’amministrazione Biagiotti”.
STEFANO NICCOLI