Come vi abbiamo riportato, gli ex manager della Richard-Ginori sono stati condannati per bancarotta fraudolenta (LEGGI QUI). Su questo tema il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, ha scritto il seguente post su Facebook:
“È di ieri la notizia che il processo per bancarotta fraudolenta, legato al fallimento della Ginori nel 2012 ha portato alla condanna in primo grado di 4 ex manager.
Le motivazioni sono abbastanza chiare anche se inserite in una vicenda molto complessa: gli ex vertici dissiparono il patrimonio aziendale grazie ad operazioni immobiliari come la separazione della proprietà di manifattura e terreni (in accordo con noti gruppi immobiliari), perseguendo tentativi di speculazione sull’area senza alcun interesse per il destino industriale e produttivo della Richard Ginori. Per anni i lavoratori, la città e il Comune hanno dovuto lottare e tenere il fiato sospeso sul futuro della manifattura che più di tutte incarna un pezzo importante della nostra storia e identità.
Ovviamente la giustizia farà il suo corso con i restanti gradi di giudizio ma, anche dalla sentenza, due dati politici sono secondo me facilmente ricavabili.
Il primo è che il nostro è un Paese che da troppi anni non ha uno straccio di politica industriale. Tale grave mancanza, sommata alla debolezza di idee e volontà di parte del capitalismo nostrano e la sudditanza di larga parte della politica, ha messo a serio rischio e in tanti casi ha fatto dissolvere nel nulla realtà manifatturiere e produttive importanti, cancellando migliaia di posti di lavoro e talvolta anche pezzi della nostra storia, più o meno recente.
Il secondo dato è che invece quando la politica e le istituzioni usano gli strumenti che hanno a disposizione, con lungimiranza e coraggio, i tentativi di speculazione possono essere contrastati.
Da sempre il nostro Comune ha lavorato per difendere la produzione e non permettere le speculazioni perseguite anche dai manager appena condannati. Comunità meno solidali e Amministrazioni più “malleabili” e con valori diversi ci avrebbero consegnato scenari ben peggiori.
Con l’accordo siglato il mese scorso a Roma abbiamo chiuso una delle più brutte e angoscianti pagine nella vicenda di Richard Ginori. La nuova proprietà con l’acquisto dello stabilimento ha ora tutte le carte in regola per avviare gli investimenti e rilanciare la manifattura. Un impegno che in tanti aspettano e che continueremo a seguire con grande attenzione“.