Rossi, la pista sarà di 2000 metri, ma niente dibattito pubblico

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Il governatore, Enrico Rossi, rispondendo ad una interrogazione in Consiglio regionale ha fatto il punto della situazione relativa al nuovo scalo aeroportuale.

In merito alla questione della lunghezza della pista è stato categorico: “Fermo restando le differenze di posizione che rimangono, ma su cui è inutile tornare, la Regione lavorerà perché l’espressione della giunta e del consiglio regionale venga rispettata. Sono disponibile a discutere tutti i giorni ma su questo punto “non si torna indietro rispetto all’indirizzo di una nuova pista da 2mila metri, anziché una di 2200 metri come vorrebbe Enac”.

Anche sul tema della modirezionalità, Rossi è stato categorico: “In merito all’ipotesi di uso monodirezionale della nuova pista dell’aeroporto di Firenze cito la dichiarazione dell’ingegner Tenerani, estensore dello studio di impatto ambientale secondo la quale si avrà una pista con esclusivo uso monodirezionale: tutti gli atterraggi verranno da Prato, verso Firenze, viceversa i decolli”.

Anche rispetto a possibili “situazioni di emergenza che fanno eccezione – ha aggiunto – non è mai stato previsto che per problemi di vento l’aereo possa atterrare a Firenze. In questo caso la soluzione è il dirottamento ad altro aeroporto. L’incidenza è pari a 0,9%”. In altri casi, ha sottolineato ancora Rossi, se “l’aeromobile che sta approcciando l’aeroporto ha necessità, per una qualsiasi ragione, di riprendere quota: si dispone la manovra cosiddetta di riattaccata, l’aeromobile sorvola la pista. Nel lasciare lo spazio aereo dell’aeroporto gli aeromobili seguiranno una rotta anche in questo caso codificata. La procedura risultata migliore vede una risalita alla massima potenza in quota, un attraversamento di Firenze a quota elevata fino a circa Coverciano: a quel punto il pilota valuterà se dirottare o ritentare la manovra. L’incidenza è di 16 movimenti l’anno nello scenario 2018 e 24 nello scenario 2029”.

Rossi è stato infine categorico sul dibattito pubblico: non ci sarà

“L’autorità per la partecipazione ha risposto a un’istanza della rete dei comitati, spiegando che l’istanza di avviare un dibattito pubblico non poteva essere accolta per tre motivi: sarebbe stato necessario presentare una richiesta supportata dalle firme dello 0,1% dei cittadini residenti di cui l’istanza dei comitati è priva; l’oggetto del dibattito pubblico deve essere su un progetto mentre in questo caso si tratta di uno studio di Via; inoltre l’autorità aveva già rigettato un’analoga istanza avanzata dal Comune di Pisa”.

“Siamo per procedere in maniera spedita, non si può a questo punto chiedere di tornare indietro su una questione già così ampiamente dibattuta”.

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