“Non possiamo tornare indietro, ad una regione bucolica. Mentre in Toscana i macchiaoli, che amo molto, dipingevano le vacche di Coltano, in Francia gli impressionisti ritraevano le stazioni ferroviarie“.
Usa una similitudine artistica – scrive l’agenzia di stampa AdnKronos – il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, per spiegare perché a suo giudizio occorre non tornare indietro sulle scelte compiute, ma è necessario completare le opere avviate e realizzarne una nuova.
Quelle avviate sono la Tirrenica “che oggi finisce in un tratturo che
frena lo sviluppo di tutta la costa“, la terza corsia autostradale della A11 Firenze-Mare e la pista dell’aeroporto di Peretola, mentre quelle di nuova realizzazione è il sottoattraversamento dell’alta velocità ferroviaria “che serve ad evitare il conflitto con i treni regionali“.
“Alta velocità a parte, si tratta – ha precisato Rossi – di adeguamenti e modernizzazioni. Mi pare che circa la Tirrenica i 5 Stelle si rifacciano agli accordi già presi con l’ex ministro Graziano Delrio: sulla costa interverrà l’Anas per realizzare quattro corsie in sicurezza. Ed io mi batterò fino in fondo perché intervenga davvero. Perché la Regione Toscana su questo è portata per il naso da almeno
una trentina di anni”.
E anche sull’alta velocità il presidente ha ribadito le posizioni già espresse: “E’ stata fatta – ha osservato Rossi – in tante città italiane. Se qui non viene realizzata si confligge con i treni regionali. La Regione sta spendendo molto per il trasporto regionale su ferro, non abbiamo tagliato nessuna linea, abbiamo rinnovato tutti i treni e non possiamo accettare che l’alta velocità impedisca ai convogli regionali di accedere alla stazione di Firenze. Già adesso decine di treni dell’alta velocità che sostano a Milano e Bologna ci passano sotto il naso senza fermarsi a Firenze, il che non è cosa piacevole per i fiorentini e per tutti i toscani”.
Circa l’aeroporto di Peretola, il presidente Rossi ha detto: “Noi non
facciamo un aeroporto nuovo. Adeguiamo una pista per consentire un limitato sviluppo di uno scalo che oggi ha problemi di agibilità. Altrimenti credo che nel medio periodo andrà a chiudere, cosa che non è certo un bene per Firenze e la Toscana“.
Quanto al puntare al solo potenziamento dello scalo di Pisa, Rossi ha osservato che “può arrivare a sette milioni di passeggeri l’anno e non di più, per la presenza dell’aeroporto militare che pone questo limite. Pisa non è vicina a Firenze e del resto Peretola può raggiungere un suo limitato sviluppo, volando in sicurezza e agiatezza“.