Sahrawi, Sinistra Italiana e Per Sesto replicano a Cavallo: “Dal M5S motivazioni vergognose e deliranti”

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Si accende il dibattito sull’astensione del Movimento 5 Stelle sulla cittadinanza onoraria conferita ai bambini saharawi nell’ultimo consiglio comunale (LEGGI QUI). Sabato 30 luglio il capogruppo pentastellato Pietro Cavallo ha motivato da un punto di vista economico la sua scelta (LEGGI QUI). Di seguito la replica di Jacopo Madau e Andrea Guarducci, capigruppo rispettivamente di Sinistra Italiana e Per Sesto.

“Siamo rimasti sorpresi dall’astensione del M5S sull’odg riguardante il gemellaggio con il popolo Sahrawi. E siamo rimasti ancor più sconcertati dalle motivazioni addotte a mezzo stampa, dopo che in consiglio, davanti alla città e nell’istituzione nella quale è stato eletto, il cittadino portavoce Pietro Cavallo si è guardato bene dallo spiegare il suo voto, unica nota stonata in una bella giornata per Sesto Fiorentino.

Fortunatamente – proseguono – non è necessario ripercorre la storia del legame tra Sesto e il popolo Sahrawi, la storia della loro lotta per l’autodeterminazione contro interessi economici fortissimi, il significato che ricopre per tutti noi questo gemellaggio perché il suo significato è ben impresso nel cuore di ogni sestese. Troviamo vergognose e deliranti le motivazioni addotte dal M5S, che riesce a mettere insieme decolonizzazione, luoghi comuni e la retorica del miglior Salvini, denotando, se non altro, una certa conoscenza di dove sia l’elettorato a cui strizzare l’occhio. Se, come scrive, Cavallo non aveva nulla da eccepire sull’atto politico del conferimento della cittadinanza, sfugge perché mai non abbia votato a favore se il problema, come scrive, era la mancanza di chiarimenti sull’aspetto economico, informiamo il consigliere Cavallo che sarebbe buona norma informarsi prima chiedendo agli uffici. Avrebbe così scoperto che le alcune decine di migliaia di euro di cui parla sono soltanto una, 13mila euro per l’esattezza, stanziati a bilancio preventivo per l’ospitalità dei bambini. Ma vuoi mettere la verità documenti alla mano con l’invocazione dell’apriscatole, della retorica del sono tutti ladri, con il parlare alla pancia delle persone con qualche becero argomento populista? Una mancanza piuttosto singolare per una forza politica che, a parole, si fa paladina della trasparenza e del rigore e che nei fatti sembra dedita soprattutto a giocare a chi la spara più grossa.

Ogni consigliere comunale è libero di interpretare il compito affidatogli dai cittadini come meglio crede – concludono – ma il luogo in cui chiedere spiegazioni al sindaco, forse al M5S è sfuggito, è il consiglio. Buona norma sarebbe anche quella di presentarsi preparati sugli atti che si votano, invece di darsi all’improvvisazione e astenersi come per sfuggire alle proprie responsabilità”.

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