Non sarà stata una vittoria bulgara, ma schiacciante sicuramente sì. Non può essere definito altrimenti il successo di Giuseppe Carovani su Maria Arena al ballottaggio di Calenzano. Quasi trenta punti percentuali tra i due sfidanti. Il candidato sostenuto dalla Coalizione Civica Progressista (composta da Sinistra per Calenzano, Per la mia Città e Calenzano Democratica) “riprende possesso” di piazza Vittorio Veneto dopo l’esperienza durata dal 1999 al 2009.
Molti, ne siamo certi, considereranno il ritorno di Carovani una “minestra riscaldata”. Ad ognuno, com’è giusto che sia, la propria opinione. Non c’è dubbio, però, che la netta vittoria della sinistra a Calenzano abbia del clamoroso. “Tre indizi fanno una prova”. Il Partito Democratico rifletta attentamente sulla celebre frase di Agatha Christie perché quanto successo nel 2024 è, più o meno, la fotocopia di quanto avvenuto a Sesto Fiorentino nel 2016, quando Lorenzo Falchi sconfisse Lorenzo Zambini, e a Campi Bisenzio un anno fa, quando Andrea Tagliaferri ebbe la meglio su Leonardo Fabbri.
Per i dem tre sconfitte in meno di un decennio, figlie di scelte e strategie sbagliate. “Carovani è il peggior avversario che potesse capitare a Maria Arena”: avevamo scritto al termine del primo turno. Così è stato. Lorenzo Falchi, Andrea Tagliaferri, Giuseppe Carovani: la Piana fiorentina si tinge di rosso.
STEFANO NICCOLI