Tabernacolo dei Logi: presentazione del restauro della parte pittorica

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Mercoledì 4 marzo alle 20 il ristorante Blend in via Gramsci 460 a Sesto Fiorentino ospiterà la presentazione della parte pittorica del Tabernacolo dei Logi di via Ugo Bassi a cura del professor Stefano Bertocci (DIDA-Unifi), dottoressa Lia Brunori della Sovrintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio e la restauratrice Daniela Valenini.

Per aderire alla serata è previsto un contributo di 25 euro. Per confermare la partecipazione all’iniziativa benefica di raccolta fondi chiamare il 3396436617 oppure inviare mail a: [email protected]

Scrive Stefano Rolle del CAI (Club Alpino Italiano) di Sesto Fiorentino:

Il Tabernacolo dei Logi, le cui prime notizie storiche risalgono alla seconda metà del Trecento, e oggi stretto tra via Romei e via Bassi a Colonnata, si trovava, sino alla prima metà del Novecento, al centro di una grande tenuta agricola che faceva capo ad alcune delle famiglie fiorentine più importanti quali i Ginori, che sono stati proprietari della cappella fino a qualche anno fa, i Guicciardini e i Gerini.

Dalle antiche mappe si comprende come il tabernacolo si trovasse su un percorso “sacro” insieme a chiese e semplici edicole che avevano come scopo anche quello di fungere da “segnaletica” per i passanti e per quanti volevano recarsi a Monte Morello.

L’edificio, oggi di proprietà comunale, ha versato per più di mezzo secolo in uno stato di abbandono e progressivo degrado, pur conservando al suo interno tutte quelle caratteristiche architettoniche e stilistiche dell’epoca in cui fu realizzato.

Grazie al contributo di più “forze” sia pubbliche sia private, il Tabernacolo, con la manutenzione affidata all’Amministrazione comunale e alla Pro Loco, è stato restaurato nella parte esterna tra il 2013 e il 2014.

Come seconda parte del progetto complessivo di restauro, è ora in atto il recupero delle pareti interne, in particolare degli affreschi dipinti dal maestro di San Martino a Mensola nel 1385.

Oltre a ridare dignità a quello che è un ottimo esempio di architettura votiva, a cui la popolazione locale è particolarmente affezionata, gli interventi eseguiti dalla Cooperativa La Fonte di Cercina avranno anche uno scopo sociale: attraverso il lavoro manuale, facilitare il reinserimento di persone disagiate o socialmente svantaggiate”.

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