Tamponi, test sierologici e mortalità: qualche numero

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TAMPONI

Prendiamo nota di alcune giuste e giustificate critiche ai numeri che quotidianamente pubblichiamo come resoconto dei casi positivi nei Comuni della Piana per fare alcune precisazioni:

  • I numeri sono ripresi dal comunicato ufficiale che viene emanato quotidianamente dalla Ausl Toscana Centro.
  • Talvolta non corrispondono a quelli comunicati dai Comuni.

Azzardiamo l’ipotesi che la discrepanza possa essere dovuta a quei casi che il comunicato ufficiale cataloga come fuori Provincia o fuori Regione e che noi non sappiamo come catalogare.

A nostro avviso però il vero problema si annida da altre parti. Ormai siamo tutti consapevoli del fatto che, al di là dei proclami, i tamponi vengono eseguiti solo in situazioni molto selezionate. In linea generale sono pochi e quindi il numero dei contagiati che ne ricaviamo non ci fornisce un’esatta idea della situazione. Peggio che mai se poi succede, come riporta oggi il quotidiano la Repubblica, che diecimila tamponi siano in attesa di valutazione a causa della carenza dei reagenti.

 

TEST SIEROLOGICI

Da giorni poi sentiamo parlare di test sierologici e del loro possibile impiego su larga scala. Secondo quanto riportato dal sito web della Regione Toscanasul personale del Servizio sanitario toscano sono stati eseguiti 2.213 test rapidi. Di questi, solo 87 (il 3,9% di tutti gli operatori testati) sono risultati positivi (positivo IgM, positivo IgG, positivo IgG e IgM) o dubbi: sottoposti a tampone di conferma, in attesa dei risultati finali.

Anche questi dati però sono di difficile interpretazione visto che la circolare del 3 aprile del Ministero della Salute definisce i test sierologici “molto importanti nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale. Diversamente, come attualmente anche l’OMS raccomanda, per il loro uso nell’attività diagnostica d’infezione in atto da SARS-CoV-2, necessitano di ulteriori evidenze sulle loro performance e utilità operativa”.

MORTALITA’

Chiudiamo questa dissertazione con i numeri dei decessi. Li riportiamo per quello che sono e con una sintesi delle principali evidenze fatta dalla stessa Istat:

Con una nota dal titolo “I decessi del 2020. Dati anticipatori sulla base di un sottoinsieme di comuni del sistema ANPR“, l’Istat ha reso disponibile il dato relativo al numero dei decessi  per qualunque causa (non solo per Coronavirus) dal primo gennaio al 28 marzo 2020 in 1.450 Comuni (su 5.866 che fanno parte dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente).

Per il valore statistico dei dati vi rimandiamo al sito dell’Istat.

Di seguito alcune considerazioni riportate nel documento:

“L’incremento della mortalità complessiva osservato nel mese di marzo rappresenta una brusca inversione di tendenza dell’andamento della mortalità giornaliera dei mesi di gennaio e febbraio 2020. Nei primi due mesi del nuovo anno, infatti, i decessi erano stati inferiori al numero medio osservato nello stesso periodo nel 2015-2019. Un fenomeno che può ritenersi attribuibile al ridotto impatto nei primi due mesi dell’anno dei fattori di rischio stagionali (condizioni climatiche ed epidemie influenzali). Ciò spiega come mai, se si considera il complesso dei decessi dal primo gennaio al 28 marzo 2020, in diversi comuni non si ravvisa un aumento, ma piuttosto una diminuzione del numero dei morti, rispetto al dato medio dello stesso periodo degli anni 2015-2019.

L’incremento dei decessi per il complesso delle cause è, dunque, ravvisabile solo a partire dalla fine di febbraio e dalla prima settimana di marzo ed è concentrato nei comuni del nord e del centro in cui l’epidemia si è diffusa di più. In queste aree si osservano aumenti ragguardevoli non solo nei centri urbani maggiori, ma anche in realtà comunali di dimensioni demografiche più contenute: in 33 comuni di piccole dimensioni della Lombardia i decessi nel mese di Marzo sono aumentati di oltre dieci volte rispetto alla media dello stesso periodo 2015-2019″.

Nel seguente grafico, elaborato autonomamente, abbiamo riportato i dati nazionali (1.450 Comuni), quelli regionali (77 Comuni) e quelli provinciali (12 Comuni) relativi al periodo 1-28 marzo 2020 confrontandoli con quelli dello stesso periodo dell’anno precedente. A voi le considerazioni.

Grafico

 

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