Uniti per dire no all’aeroporto di Firenze: i Comuni presentano il ricorso al Tar

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Da sinistra: Eleonora Ciambellotti, Edoardo Prestanti, Valerio Barberis, Lorenzo Falchi, Alessio Biagioli, Marco Martini, Alberto Cristianini

Altro “capitolo” nel dibattito sull’ampliamento dell’aeroporto di Firenze. Dopo le polemiche delle imprese economiche nei giorni scorsi, adesso sono i Comuni contrari alla realizzazione della nuova pista a passare dalle parole ai fatti.

Questa mattina le amministrazioni di Sesto Fiorentino, Prato, Campi Bisenzio, Calenzano, Poggio a Caiano, Carmignano e Signa hanno presentato i ricorsi al Tar contro il decreto di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA).

Per la precisione i ricorsi sono quattro: Sesto, Campi e Prato “corrono” da soli, Poggio a Caiano, Carmignano e Signa vanno, invece, a “braccetto”.

E’ importante che siano presenti sette Comuni. Le amministrazioni non rapppresentano il fronte del no a prescindere, del no allo sviluppo – ha esordito il “padrone di casa” Lorenzo Falchi -. E’ una scelta sbagliata sul piano ambientale e sul modello di sviluppo economico per il nostro territorio. Il ricorso al Tar non è mai un passaggio che si fa a cuor leggero. Lo si fa quando gli atti sono gravati da vizi che il giudice, siamo sicuri, saprà valutare. Secondo la nostra tesi ci sono insufficienze nell”istruttoria. La sentenza del Tar dell’agosto 2016 non è stata valutata, in più ci sono insufficienze sulla Vas, per non parlare del rischio degli incidenti aerei e del tema della viabilità, rimandato. Anche l’aspetto dell’Osservatorio ambientale è importante: per Sesto non è sufficiente essere presenti. Il Ministero ha deciso di escludere i Comuni. Sesto e Campi dovevano essere inserite, ma il ministero ha deciso di inserire solo un rappresante della Citta Metropolitana. Non abbiamo nessuna evidenza dei lavori dell’Osservatorio. Sul piano tecnico giuridico ci sono elementi affinché il Tar annulli il decreto“.

“Fin dal 2014 Prato ha avuto una posizione critica nei confronti dell’opera. Il Ministero ha detto che i Comuni non avrebbero potuto patecipare all’Osservatorio ambientale e così abbiamo deciso di presentare ricorso. Dover ricorrere al Tar è una sconfitta, ma è una scelta che rientra all’interno della dialettica tra Comuni”, ha aggiunto Valerio Barberis, assessore all’urbanistica del Comune di Prato.

Noi presentammo 54 prescrizioni alla Via, ma le risposte forniteci non furono sufficienti e furone demanadate a una valutazione successiva – le parole di Eleonora Ciambellotti, assessore all’ambiente del Comune di Campi Bisenzio -. Non siamo contrari allo sviluppo e alla modernizzazione, ma siamo a favore della sostenibilità ambientale. Per questo vogliamo fermare ciò che non è stato garantito. Nel nostro ricorso, che a breve sarà notificato, abbiamo presentato cinque motivazioni. Alcuni dubbi devono essere sciolti

Siamo di fronte a una forzatura che impone un’opera alle varie comunità. C’è una evidente imposizione – ha detto il sindaco di Calenzano, Alessio Biagioli -. La discussione è sempre stata carente, il dibattito pubblico deve essere alla base della realizzazione dell’opera. Se la Valutazione d’Impatto Ambientale deve garantire la compatibilità, le prescrizioni negano la stessa compatibilità dell’opera. Ci sono elementi che presentano una distonia con i profili di legittimità, ad esempio si parla del masterplan e non del progetto definitivo, senza considerare il Fosse Reale. Si è arrivati alla pronunciazione della Via grazie a un decreto legislativo che abbona le insufficienze. Il decreto presenta elementi di incostituzionalià. Per un anno è scomparsa ogni forma di partecipazione, di informazione e di intervento nella procedura. Cade così un elemento fondamentale nel rapporto tra cittadini e Stato: la fiducia”.

Nel ricorso noi portiamo in più i sorvoli delle rotte in un territorio in cui ci sono le Ville Medicee, patrimonio dell’Unesco. I sindaci devono guardare al bene comune, alle esigenze dei cittadini – ha dichiarato Marco Martini, sindaco di Poggio a Caiano -. Qualcuno ci taccia di essere contrari allo sviluppo, ma di quale sviluppo stiamo parlando? Quello col nuovo aeroporto di Firenze? E’ considerato l’elemento stravolgente della rinascita della Toscana. Io penso non sia così. Mettiamoci intorno a un tavolo, apriamo un dibattito. Spostare la pista risolve i problemi? Noi pensiamo di no. Lo sviluppo è quello che va verso la realizzazione del Parco della Piana. Con la nuova pista il verde non ci sarebbe più“.

Questo percorso ha creato un patrimonio comune tra le varie amministrazioni della Piana. Il percorso di partecipazione ci ha portato alla contrarietà alle prescrizioni e in generale all’opera. Si va verso un’idea di regresso, non di progresso – è l’accusa di Edoardo Prestanti, primo cittadino di Carmignano -. La Piana fiorentina deve essere bonificata. Il ricorso al Tar non è una santa alleanza. L’idea di crescita del Pil è un’idea vecchia di sviluppo economico. Le prescrizoni dimostrano che l’opera stona con la Piana e che gli elementi di pericolo non sono fugati, ma ribaditi ancor di più. Fare ricorso al Tar, secondo me, non è una sconfitta. La sconfitta è di chi non ha voluto mettersi intorno a un tavolo e tenere conto della comunità“.

In questi anni la politica non ha lavorato molto bene visto che siamo qui a dire che faremo ricorso. Sette-otto anni fa, sempre qui a Sesto, fummo definiti talebani da alcuni giornalisti. Nessuno è contrario allo sviluppo. Non dateci l’etichetta di talebani perché non ce la meritiamo, vogliamo fare il bene dei cittadini. Avrei evitato di fare ricorso perché per me è una sconfitta. Partecipo al ricorso per un motivo ben preciso. Non vedo una programmazione per quanto riguarda la mobilità dei Comuni. Ho presentato questo problema un mese fa al ministero delle infrastrutture“, ha concluso Alberto Cristianini, sindaco di Signa.

STEFANO NICCOLI

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