Nella fastosa cerimonia di apertura di “Visit Nepal 2020” del 1 gennaio nello Stadio Nazionale di Kathmandu, presente anche una rappresentanza dell’Italia guidata dal ciclo-ambasciatore di pace Marco Banchelli. La Presidente della Repubblica del Nepal, signora Bidhya Devi Bhandarai ha ufficialmente aperto una rassegna di eventi e manifestazioni varie che attraverseranno l’intero anno con l’intento di promuovere ulteriormente il turismo.
Un programma molto ambizioso per incrementare un mercato che fornisce una delle voci principali dell’economia del paese. Impresa non certo semplice anche perché l’adeguamento delle infrastrutture, tanto per i turisti quanto e soprattutto per la popolazione locale, pare terribilmente in ritardo con i tempi.
Anche il restauro del dopo terremoto dell’aprile 2015, pur essendo ovunque attivato, di certo non consentirà durante il 2020 di poter nuovamente ammirare troppe importanti testimonianze di architettura e tradizioni religiose e culturali di queste pur sempre fantastiche terre dell’Himalaya.
Anche la struttura viaria delle principali arterie di comunicazione, anche se in ampliamento, è molto lontana dal garantire un sufficiente flusso di scorrevolezza anche allo stato attuale del carico quotidiano.
Nel discorso inaugurale la Presidente Bidhya ha ribadito di ambire ai 2/3 milioni di visitatori per questo 2020. Un’eventualità che potrebbe anche rivelarsi una specie di boomerang: con esiti negativi come immagine e prospettive future.
“Il pericolo maggiore del Nepal – ha dichiarato Marco Banchelli alla TV nazionale del Nepal – è che possa in qualche modo perdere un po’ della sua identità. Quella per cui soprattutto nei confronti di Italia, Europa e occidente in genere, si immagina di programmare e realizzare un viaggio in questa parte di oriente.”
Oltre all’onore di essere stato protagonista anche della precedente edizione di “Visit Nepal” nel 1998 e di trovarsi ancora a rappresentare l’Italia dopo 22 anni, ha così concluso manifestando i suoi dubbi: “La spiritualità, l’incontro con le antiche religioni, i loro riti, tutte le caratteristiche delle diverse etnie come del resto la stessa incomparabile offerta di trekking delle grandi montagne: queste rappresentano l’identità del Nepal. Puntare su attrazioni oramai, come dire, globalizzate oppure su centri commerciali e case da gioco, aeroporti nuovi e ulteriore sviluppo di auto e moto per gli spostamenti, dal mio punto di vista, a lungo andare potrebbe veramente avere riflessi troppo negativi”.
Anche per questo, per i prossimi giorni, Marco Banchelli sta definendo gli ultimi particolari dell’iniziativa del suo gruppetto di “ciclisti urbani” per testimoniare di come la bicicletta dovrebbe, tornando ad essere promossa ed agevolata nelle città, contribuire a migliorare la stessa qualità di vita. E certamente, non solo in Nepal.