Zambini: “Scenario di ingovernabilità politica senza una nostra vittoria”

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In casa Pd il ballottaggio lo avevano messo in conto. Quello che probabilmente non pensavano è che Lorenzo Zambini potesse conquistare appena il 32,56% delle preferenze. Tutto si deciderà domenica 19 giugno, quando il candidato dem se la dovrà vedere con Lorenzo Falchi di Sinistra Italiana e Per Sesto.

E’ stata una campagna elettorale particolare. Nella cittadinanza c’era disorientamento per lo scenario politico frammentato, la confusione era diffusa – ha detto Zambini durante la conferenza stampa tenutasi nella mattinata di lunedì 6 giugno -. La campagna è stata caratterizzata da un unico tema: l’inceneritore. Il Pd e la coalizione hanno cercato di dare un messaggio di onestà ai cittadini. E’ stato cavalcato il sentimento della paura.

Ho cercato di affrontare tante tematiche, ma si ritornava sempre a parlare del termovalorizzatore. Noi, invece, siamo abituati ad articolare risposte variegate. Raccogliamo queste preoccupazioni e la sfida in vista del ballottaggio.

Andiamo al ballottaggio con un candidato che rappresenta la massima continuità con l’epoca di Gianassi. Tra i candidati consiglieri a sostegno di Falchi ci sono persone che facevano parte del Pd fino a poco tempo fa. Si sono presentati con una nuova maschera e una nuova giacchetta. Questa sorta di plastica ha funzionato C’è il rischio di una restaurazione politica. Facciamo un ballottaggio tra il vecchio Pd e il nuovo Pd che si era offerto di risolvere alcuni danni. Parliamo, ad esempio, dello svuotamento del centro, dell’inceneritore, dei palazzi chiusi come Palazzo Pretorio e La Lucciola. Il tutto rientra nell’amministrazione Gianassi nella quale c’era anche Falchi. Sotto la giunta Biagiotti non è passato niente.

Lo scenario è quello di una nuova ingovernabilità e c’è anche il rischio, per Sesto, di un isolamento nell’area metropolitana. La nostra risposta è alternativa. Da una parte c’è la restaurazione. Da noi c’è un tentativo di ricostruzione. Abbiamo voglia ed energia di parlare con i cittadini con umiltà e serietà in queste due settimane di campagna elettorale.

Noi siamo la prima forza, anche se non nascondo il fatto che mi aspettavo di più dal voto. La frammentazione delle liste non ha aiutato i cittadini a capire quel era la vera novità e quale no.

Se ha pesato di più la paura per l’inceneritore o il radicamento del vecchio Pd gianassiano? C’è un mix di tutto questo. Il termovalorizzatore agita le paure e gli animi e su questo tema le forze di opposizione hanno spinto molto.

Se il mio rapporto con Biagiotti mi ha danneggiato? Non riesco a quantificare cosa danneggia e cosa no. Sara ha dato una mano nella ricostruzione del partito. La nostra è una composizione plurale. Non vedo un tratto di negatività. Il nostro dovere nelle prossime due settimane è quello di chiarire lo scenario politico ai cittadini.

A volte sono stato troppo corretto, abbiamo cercato di far capire il programma. Oggi questo forse non aiuta. Aiuta di più un meccanismo di scontro. Io non voglio lo scontro, ma chiarezza sulle rappresentazioni in campo. Dobbiamo evitare che la città sia nuovamente spaccata e con il governo bloccato tra un mese. Dobbiamo ridare a Sesto una governabilità stabile e coesa, nel rispetto delle istituzioni e del governo.

Campagna elettorale calata dall’alto? Sono stato tra la gente prima di Falchi perché abbiamo fatto le primarie. Mi sono incontrato con tantissime persone.

Cambierà il registro della campagna elettorale in queste due settimane. Dovremo rispiegare il programma e gli atti per l’inceneritore. Dovrebbero essere Falchi e Gianassi a dirci perché negli ultimi dieci anni non hanno bloccato l’inceneritore. L’alleanza tra coloro che hanno voluto l’inceneritore e chi non lo vuole è particolare. Ci sono forze politiche che hanno fatto la campagna elettorale sull’inceneritore. Ma quando l’opera partirà, sarò curioso di vedere cosa diranno ai cittadini. Non dobbiamo prendere in giro la città.

Penso che in quindici giorni potremo recuperare la situazione che si è venuta a creare con le elezioni del 5 giugno. Siamo l’unica alternativa di governo per Sesto. Non penso che i sestesi siano così sprovveduti. Il primo turno può essere figlio di un voto di protesta. Sul secondo dobbiamo fare i conti con il governo della città. Ho una sicurezza perché conosco i sestesi. Non dobbiamo lasciare pensieri sbagliati nelle loro teste.

Intercettare i voti dei moderati e del centrodestra? Io cerco di intercettare i voti di chi vuole un governo stabile. Se non dovessimo vincere, in consiglio comunale ci andrebbero coloro che, senza battere ciglia, sfiduciarono l’ultima amministrazione”.

STEFANO NICCOLI

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