20 settembre 1871 – Il fognone della Strada Nova

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Sesto com'era

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

20 settembre 1871 – Il fognone della Strada Nova

Lo sforamento delle spese per la realizzazione del palazzo comunale bloccò o rallento molti degli altri progetti di urbanizzazione programmati per il centro di sesto che proprio in quel periodo andava formandosi. Per esempio il progetto per la sistemazione della piazza del Comune dell’ingegner Moriani fu considerato troppo costoso.

Anche la realizzazione della via del Municipio, che avrebbe dovuto collegare la piazza del comune con la via Vittorio Emanuele fu rallentata per l’opposizione momentanea della Deputazione provinciale che voleva con questo provvedimento alleggerire il mutuo contratto per la realizzazione del palazzo comunale. Alcuni lotti di terreno per la costruzione di civili abitazioni lungo quella che diventerà la Strada Nova erano però già stati venduti e l’amministrazione comunale chiedeva non solo la realizzazione della strada ma anche di una fogna che raccogliesse le acque putride e quelle pluviali. Fu proprio su questa opera di urbanizzazione che si scatenò la polemica politica e che si registraono i primi contrasti nel gruppo dirigente sestese dal momento del’Unità d’Italia. il più critico nei confronti dell’opera fu il marchese Lorenzo Ginori

Nel suo intervento al Consiglio Comunale del 20 settembre 1871 definì le fogne un

 

lavoro di lusso, una cosa non strettamente necessaria alla strada

 

e considerò ingiusta la decisione di privilegiare i proprietari e i contribuenti della via del Municipio rispetto a quelli che avevano le loro proprietà in strade anche più importanti.

Secondo il Marchese sarebbe stata sufficiente una zanella per porre rimedio alla questione. Il Ginori dimenticava che già all’epoca questi piccoli canali erano considerati del tutto inadatti allo smaltimento delle acque putride, ma presentò ugualmente la sua mozione che fu approvata a larga maggioranza. D’altra parte a Sesto era, senz’ombra di dubbio, la persona più influente. Non soddisfatto, il marchese inviò al Prefetto un polemico promemoria che indica come i contrasti con il sindaco Daddi fossero precedenti

 

i Possidenti del Comune che videro gettare tanto denaro per nobiliare un punto così disgraziato del Capoluogo, e che dovranno sopportare l’aggravio, hanno tutto il diritto di chiedere che si ponga un freno all’assorbimento di tutti i vantaggi che derivar possono dalla amministrazione Comunale a prò di una località infelicemente scelta e che a furia di sacrifizi si vuol rendere amena

 

 

Il promemoria però non ottenne i risultati che il Ginori si era riproposto e, anzi, la rivalutazione del caso da parte della Deputazione Provinciale permise al Consiglio comunale di procedere nella realizzazione del fognone di una strada che fu definita principalissima.

Apparentemente sembrerebbe una vittoria del comitato di cittadini che andava costruendo lungi la strada, ma a ben vedere era passata l’idea del Ginori secondo la quale il Comune non si doveva occupare di tali privilegi.

Daniele Niccoli

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