Attraverso un post pubblicato sulla propria pagina Facebook, il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, si è soffermato sul Museo di Doccia:
“In questo periodo ci troviamo spesso a parlare delle battaglie per il futuro della Richard Ginori. Accanto a quella per il lavoro e la manifattura, infatti, c’è quella per la cultura, l’arte e l’identità territoriale che riguarda il Museo di Doccia. Che l’attenzione sia alta e che se ne parli spesso per Sesto e per l’Italia credo sia un gran bene. Alzare il livello di guardia, far capire a tutti che questa è una storia importante.
Per questo ieri l’Associazione AMICI di Doccia ha presentato valide idee e proposte per il salvataggio e la valorizzazione del museo a Palazzo Pitti in una sala gremita. Pensare ad un luogo dinamico e moderno, che recuperi i propri spazi fornendo qualità ai visitatori e componga la sua offerta anche con corsi e aree ristoro di qualità fa bene a chi spera e lavora per questo rilancio.
Personalmente condivido le parole di tutti i presenti. In particolare è emerso che se da una parte dobbiamo affrontare l’emergenza dovuta allo stato di abbandono (e relativo degrado) dall’altra dobbiamo porci il problema di come rilanciare con qualità il Museo, rendendolo attraente e vivace: una peculiarità nel panorama artistico e culturale.
Per riaprire il Museo delle porcellane di Doccia e renderlo un luogo attraente servono, ovviamente, tanti soldi. Lo Stato in questo ha la responsabilità di tutelare i luoghi della tradizione e della divulgazione attraverso investimenti lungimiranti e l’individuazione di metodi di gestione realmente efficaci. La soluzione più convincente in merito alla futura gestione per me è rappresentata da una fondazione di partecipazione, che consentirebbe di tenere insieme pubblico e privato, mondo delle imprese, del lavoro, delle associazioni e dei singoli cittadini.
Il Comune farà anche in futuro la propria parte affinché resti un museo di impresa, sempre più connesso al suo territorio. Poche battaglie sono più importanti di quelle che difendono luoghi in cui coesistono lavoro, impresa, tradizione e cultura“.