10 aprile 1944 – Il rastrellamento del lunedì di Pasqua

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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

10 aprile 1944 – Il rastrellamento del lunedì di Pasqua

All’alba del 10 aprile 1944 una vasta azione di rastrellamento interessò la zona di monte Morello, di monte Giovi e del monte Falterona. All’operazione parteciparono 450 soldati specializzati alla guerra contro i partigiani, una parte della divisione Goering, cinquanta soldati repubblichini e 755 militi della Guardia Nazionale Repubblicana.

Le persistenti azioni partigiane dell’ultimo periodo avevano convinto il generale Kesserling ad un’operazione che, nei suoi intenti, avrebbe dovuto porre fine alla guerriglia intorno a Firenze.

Le truppe della Goering, guidate dal capitano Von Loeben, risalirono le pendici nord orientali di Monte Morello. Il loro intento, oltre quello di scovare i partigiani, era di dissuadere i contadini dall’offrire riparo ai “ribelli”. Una volta giunti a Cercina i soldati tedeschi arrestarono una ventina di uomini e gli obbligarono a Trasportare munizioni e altri materiali bellici sulla parte alta del monte.

Sette di loro, il dottor Bruno Fanelli, Renzo e Romolo Lamporesi, Aurelio Bonaiuti, Olimpio e Orlando Bruschi e Angelo Cavini, furono fucilati quasi subito. Forse per il solo sospetto di aver aiutato i partigiani.

Contemporaneamente il rastrellamento interessò anche l’altro versante del monte e in località Morlione furono giustiziati Gabriello Mannini, Savino e Giovanni Biancalani, Aurelio e Fortunato Sarti, anche loro probabilmente vittime della spiata di qualche informatore.

Durante le operazioni di rastrellamento trovarono la morte anche Cesare Paoli e Silvio Rossi. I parenti delle persone prelevate a Cercina, inconsapevoli della sorte dei loro cari, cercarono notizie alla Fortezza da Basso di Firenze, ma furono crudelmente ingannati dai secondini che, in cambio di regali, continuarono a rassicurarli circa la sorte dei congiunti.

Solo cinque giorni dopo l’eccidio, la madre di Renzo Lamporesi rinvenne il corpo del figlio e dei suoi compagni sepolti sotto un cumulo di pietre a poca distanza da casa. Il Comitato di Liberazione ritenne responsabile della delazione il pievano di Cercina Don Adolfo Nannini e così il 30 maggio quattro gappisti salirono verso Morello per eseguire la sentenza di morte.

Secondo un rapporto dell’arma reale dei Carabinieri il prelato, invece, sarebbe stato ucciso da quattro SS in seguito alle accuse formulate dai fascisti circa il suo aiuto ai partigiani della zona.

Avevo due paure
La prima era quella di uccidere
La seconda era quella di morire
Avevo diciassette anni
Poi venne la notte del silenzio
In quel buio si scambiarono le vite
Incollati alle barricate alcuni di noi morivano d’attesa
Poi spuntò l’alba
Ed era il 25 Aprile  (Giuseppe Colzani)

Daniele Niccoli
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