11 agosto 1952 – Lo stemma del Comune

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stemma a scarperia

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

11 agosto 1952 – Lo stemma del Comune

Con il decreto dell’11 agosto 1952 il Presidente del Consiglio dei Ministri, Alcide De Gasperi, autorizzò il Comune di Sesto Fiorentino all’uso dello stemma “Partito di rosso e d’azzurro, al compasso di oro aperto con le punte in basso”.

Si tratta di uno stemma definito “parlante” in quanto contenente un elemento – il compasso – che allude in maniera diretta al nome del Comune.
Sesto così come seste (compasso) hanno la stessa radice del numero sei che indica i lati dell’esagono inscritto nel cerchio che ha raggio della stessa misura del lato dell’esagono stesso.

Lo stemma, oltre all’elemento più significativo – scudo rossoblu con compasso -, contiene anche una corona argentea, come si conviene ai Comuni e alcuni elementi decorativi rappresentati da una fronda di alloro e una di quercia legate al centro da un nastro tricolore.

Il fatto che il decreto del 1952 contenga le parole “autorizzazione all’uso” dimostra implicitamente che lo stemma esisteva già da prima.
Il palazzo comunale, in effetti, è pieno di tracce precedenti alle due guerre mondiali. Di sicuro lo stemma era in uso nel1860 quando il cavalier Luigi Passerini fu incaricato da Bettino Ricasoli, presidente del Consiglio toscano, di compiere una revisione delle armi civiche dei comuni della Toscana da regalare a Re Vittorio Emanuele II.
A tale scopo Passerini chiese ufficialmente a tutti i gonfalonieri l’impronta dello stemma.
Dal carteggio con gli amministratori s’intuisce quanto fosse l’ignoranza in merito. Alcuni non conoscevano lo stemma, altri avrebbero voluto cambiarlo altri ancora fornirono dati contraddittori.
Emblematica è la risposta che il gonfaloniere Lorenzo Ginori fornì al Passerini in quella circostanza:

Esimio Signore, eccole lo stemma ed il bollo di cui facciamo uso nell’ufficio comunale (…).Non so se veramente questo sia lo stemma della nostra Comune e le sarei graditissimo se Ella si compiacesse di fare qualche ricerca in proposito

Nella stessa circostanza Passerini incaricò Luigi Paoletti di effettuare la miniatura degli stemmi di tutti i Comuni toscani compreso quello di Sesto (all’epoca non Fiorentino) che appare già abbastanza simile a quello odierno con i colori rosso-blu e il compasso d’oro.
Rimane comunque difficile stabilire quando la comunità di Sesto abbia adottato il compasso come simbolo. Secondo Arturo Villoresi il simbolo di Sesto sarebbe stato inciso sulla campana del palazzo della podesteria, ma ormai questa è una notizia non verificabile.
Secondo l’architetto Mannini, invece, la più antica testimonianza delle seste si trovrebbe in un affresco sotto il loggiato della Pieve di Cercina in cui viene descritto un pellegrinaggio celebrato in occasione della visita di papa Leone X. Oggi l’affresco è illeggibile, ma per fortuna esiste una copia su tela realizzata nel Settecento. L’opera raffigura quattro diverse processioni che convergono verso la Pieve. In quella proveniente da San Martino di Sesto è ben visibile un labaro su cui è disegnato un compasso.

Testimonianze antiche, ma più recenti, si trovano a villa Barbieri in Salimbosco e all’oratorio di Isola.
Sarebbe invece più antico (secondo quarto del Quattrocento) lo stemma presente sulla facciata del Palazzo dei Vicari di Scarperia. In questo caso il compasso è rosso. La presenza del “nostro” simbolo” in Mugello non deve sorprendere visto che durante il lungo periodo della Podesteria la giustizia, almeno per quanto riguarda i crimini più gravi, veniva gestita proprio dal Vicario di Scarperia.

Daniele Niccoli

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