12 novembre 2008 – Il cinema Universale diventa film

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Firenze
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

12 novembre 2008 – Il cinema Universale diventa film

Fino ai primi anni del Novecento in prossimità del Torrino di Santa Rosa, sulla riva sinistra dell’Arno esisteva uno scalo fluviale cui afferivano merci provenienti dal porto di Livorno per mezzo di imbarcazioni da carico dette navicelli. Grazie a questa attività portuale, che si sviluppò soprattutto nel periodo Lorenese, nella zona nacque un piccolo borgo che assunse lo stesso nome del porto: Pignone. Il nome deriverebbe dal latino e starebbe a indicare un muraglione a funzione difensiva che forse esisteva in epoche precedenti. Nel 1842 sorse in questa zona un’omonima fonderia in cui furono realizzati, fra le altre cose, i lampioni dei lungarni fiorentini.

Negli anni Cinquanta la fonderia si trasferì, per motivi logistici, nella zona di Rifredi e assunse il nome di Nuova Pignone. Nel frattempo il vecchio borgo nato intorno allo scalo è rimasto una zona poco conosciuta dai turisti ma molto amata dai fiorentini a causa di una singolare presenza: il cinema Universale, una sala cinematografica aperta negli anni’40 e trasformata in cinema d’essai nel 1974 dal proprietario Manlio Bracciotti. In questa sala il film proiettato costituiva solo un pretesto per lo spettacolo vero rappresentato invece dal pubblico che faceva il tifo, che commentava ad alta voce, che gettava oggetti contro lo schermo, che si faceva di canne, che inveiva contro la cassiera.

L’Universale, se non lo sai, era uno spazio aperto, la piazza d’incontro per le persone più singolari, la riserva dove sfogare quel malessere esistenziale a cui nessuno sapeva dare un nome. 
E allora eccoci qua, in stimolante compagnia di muratori, ultras della curva Fiesole, rivoluzionari mancati, trombai e trombati (Matteo Poggi)

Nel clima surreale della sala è capitato che siano stati liberati dei piccioni durante la proiezione di Birdy, oppure che siano stati sciolti centinaia di ranocchi. Un buontempone riuscì a entrare in sala con una vespa, un altro si fermò alla biglietteria con una cinquecento. Il biglietto era un optional non previsto e più di una volta è capitato che intere squadre di celerini siano dovute intervenire a causa dell’eccessivo chiasso. Come riportato nel documentario presentato in anteprima il 12 novembre 2008, il bandone fu tirato giù alla fine del 1989. A dimostrazione dello spirito che aleggiava in quella sala, fra i vecchi avventori c’è chi ha voluto rimarcare la contemporaneità di due eventi veramente storici:

Con il crollo del muro di Berlino nel 1989 chiuse anche l’Universale.
Per me non c’è niente da fare: le due cose sono collegate (Stefano Bettini)

DANIELE NICCOLI

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