15 aprile 1850 – La prima scuola pubblica

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Piazza della Chiesa
La foto indica solo indicativamente il luogo dove sorgeva la scuola. Non disponiamo di immagini specifiche

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore dei libri Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino – I giorni della nostra storia

Fatti e date che caratterizzano la storia e la cronaca della città di Sesto con la speranza che ci possano aiutare a conoscere la nostra semenza e a intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

15 aprile 1850 – La prima scuola pubblica 

Negli ultimi anno del Granducato a Sesto l’istruzione era garantita solo dall’interessamento di alcuni mecenati che sostenevano piccole scuole private. Il più importante fra loro fu senz’altro il marchese Carlo Leopoldo Ginori che negli anni Venti dell’Ottocento istituì una scuola per i dipendenti della Manifattura e per i loro figli.

Soltanto il 15 aprile 1850 sorse la prima scuola pubblica. Il merito fu di Luigi Quattrini, un ricco possidente senza figli che, giunto ormai in tarda età, lasciò ai governatori della Comunità 2.400 scudi affinché fosse costituita una scuola elementare. Insieme ai soldi lasciò anche due clausole: il maestro doveva essere un sacerdote e aveva l’obbligo di celebrare quotidianamente una messa di suffragio per il benefattore defunto. Il primo maestro fu don Carlo Nistri. Curioso il fatto, visto con gli occhi di oggi, che anche in una Sesto antica e arretrata com’era quella della metà dell’Ottocento, per l’iscrizione a scuola vigesse l’obbligo del vaccino contro il vaiolo.  Non c’era Aifa, non c’era Il Sistema Sanitario Nazionale, non esisteva Big Pharma, non c’era Facebook. Non c’era nessuno  cui dare colpa…e infatti il vaiolo è stato debellato.

Sotto il portico della Pieve di San Martino rimane ancora oggi la lapide sepolcrale dello stesso Quattrini.

La scuola, inizialmente solo maschile, dal 1859 ebbe anche una classe femminile e trovò sede in due

angusti locali nei pressi della Pieve di San Martino di proprietà di tale Raffaello Cecchi

 

in ragione della popolazione non è bastamente ampio il locale

 

Da un punto di vista didattico la scuola “Quattrini” non fu un gran successo anche perché la preparazione degli insegnanti era insufficiente, il deficit culturale di partenza era elevato e per di più la partecipazione era scarsa e poco continuativa. All’epoca, infatti, i ragazzi dovevano partecipare alle attività della famiglia e contribuire al suo sostentamento.

Nel 1865 questa precarietà fu denunciata dal consigliere comunale Ottavio Gigli che così si esprimeva in una relazione:

 

Non sapevano leggere e far di conto che due soli.

              Per gli altri la scrittura era come il leggere e l’aritmetica.

                                                              Niun ordine e disciplina

 

Con l’introduzione della legge Casati sull’ordinamento scolastico su tutto il territorio del Regno il Comune di Sesto dovette affrontare il problema dell’istruzione in maniera più organica anche perché circa l’80% della popolazione non sapeva né leggere né scrivere. Immediatamente s’infiammarono le polemiche sul modello organizzativo da adottare. All’inizio del 1866 l’assessore alla Pubblica istruzione, Ottavio Gigli, propose al Consiglio comunale l’istituzione di due asili. L’idea era di andare a coprire una fascia di età compresa tra i 4 e i 7 anni per ridurre al minimo le resistenze da parte delle famiglie perché a quell’età i ragazzi non erano ancora considerati produttivi. Allo stesso tempo l’inserimento a scuola di bambini così piccoli poteva essere più facile rispetto a quella di ragazzi più grandi. La proposta trovò la netta contrarietà del marchese Lorenzo Ginori, fautore del sostegno economico ai maestri privati, e così non fu accolta dal Consiglio comunale. Il pensiero di Lorenzo Ginori però non era al passo con i tempi. L’alfabetizzazione di base di tutta la popolazione, anche se poi ci volle molto tempo per attuarla, era un preciso disegno politico del nuovo Stato. Il parere negativo espresso dal Consiglio comunale così rappresentò per lui solo una vittoria provvisoria. Un’indagine sull’organizzazione scolastica, effettuata di lì a poco dall’ispettore provinciale, Domenico Carbonati, impose il miglioramento delle condizioni delle scuole esistenti e l’istituzione di altre nel centro del paese e nelle frazioni. A Castello fu creata una scuola serale mentre asili rurali furono impiantati a Sesto, Cercina, Colonnata e nella stessa Castello grazie all’interessamento di re Vittorio Emanuele II. Alla fine la perseveranza del Gigli fu premiata e già alla fine del 1870, ottocento bambini erano iscritti alle scuole comunali. Purtroppo la qualità dell’insegnamento non trasse giovamento da questi interventi e chissà quanto di vero c’è nelle parole di Lino Chini che qualche decennio più tardi, ricordando quei tempi, così descriveva i maestri:

 

I Maestri di scuola eran severi

Quanto un padre maestro di novizi:

facean leggere soltanto ne’ Salteri:

e tra gli altri stupendi benefizi

davan schiaffi e pedate a tutto spiano

                                                                      e ogni giorno dicean “la pari mano”

 

Anche la frequenza continuò a essere molto scarsa, ma per dirla con Vitaliano Parigi autore del libro Il Comune di Sesto negli anni dell’unificazione

 

appare significativo lo sforzo di almeno una parte gruppo dirigente sestese nel voler dare una risposta alla crescente domanda di istruzione anche a costo di un maggior impegno finanziario..

 

Daniele Niccoli

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