Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
19 dicembre 1886 – La birreria Cornelio primo locale con impianto di luce elettrico
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, caffè e birrerie rappresentarono importanti punti di ritrovo per le avanguardie artistiche. Se i Macchiaioli trovarono la loro “sede” presso il caffè Michelangelo, i futuristi e più tardi gli esponenti dell’ermetismo ebbero il loro rifugio presso le Giubbe Rosse. Meno nota, ma ugualmente importante, fu la birreria Cornelio che a lungo ospitò Giosuè Carducci e la brigata dei suoi amici pedanti.
La birreria si trovava in una parte del giardino del Palazzo Orlandini del Beccuto. Era costituita da un elegante e spaziosa baracca di legno antesignana dei moderni gazebo e molto frequentata dai fiorentini dell’epoca. Il 19 dicembre 1886 la Birreria Cornelio fu il primo locale di Firenze a dotarsi di impianto di luce elettrica.
Nel 1895 i proprietari abbandonarono l’attività e la birreria fu tristemente sostituita con delle latrine pubbliche. Negli anni molti altri locali storici hanno purtroppo chiuso i battenti. Da quelli più chic come il gran Caffè Doney di via de’ Tornabuoni a quelli più popolari come il Bottegone all’angolo fra Piazza Duomo e via de’ Martelli.
Tra questi locali, una storia a parte la merita il Caffè Giacosa (una volta caffè Casoni) che si trovava all’incrocio fra via della Spada e via de’ Tornabuoni. Tra il 1919 e il 1920 uno dei più assidui frequentatori del bar era il conte Camillo Negroni, uno spirito libero della Firenze bene di allora. Pare che una sera, stanco del solito aperitivo, il Milano Torino, successivamente chiamato Americano in onore di Primo Carnera, abbia chiesto al giovane barista, Fosco Scarselli, di variare un po’ la ricetta aggiungendo una spruzzatina di gin e una mezza fetta di arancio. Nacque così uno dei più famosi aperitivi: il Negroni per l’appunto.
Attualmente a Firenze esiste un bar che porta questo nome e che, neanche a farlo a posta, è uno dei locali più quotati in fatto di aperitivi. Il bar in questione è sorto sulle macerie dell’indimenticabile bar Necchi di Amici miei. Il famoso covo con sala biliardo dei protagonisti del formidabile film di Mario Monicelli. Quelli che si prendono gioco del vigile che vorrebbe far loro una multa per schiamazzi:
prematurata la supercazzola o scherziamo. Mi scusi noi siamo in quattro come se fosse antani anche per lei soltanto in due oppure in quattro anche scribacco con fetamina con antifurto per esempio (Conte Lello Mascetti)
gli stessi che tentano inutilmente di raggirare lo strozzino Savino Capogreco interpretato da Paolo Stoppa offrendogli una colazione nel medesimo bar
Il caffè l’è lungo e i’ bombolone l’è di ieri (Savino Capogreco)
Daniele Niccoli
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