Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)
Sesto giorno per giorno
19 novembre 1988 – Prima pietra del Polo Universitario
Intorno alla fine degli anni ’70 del Novecento s’iniziò a parlare della possibilità di un insediamento universitario nella Piana di Sesto. Dopo anni di discussioni finalmente il 19 novembre 1988 in Valdirose fu posta la prima pietra del Polo Scientifico dell’Università di Firenze. Circa 70 ettari che successivamente furono occupati da strutture universitarie e centri di ricerca tra cui il CNR.
Nella seduta di mercoledì 23 febbraio 1977 la commissione urbanistica del comune di Sesto Fiorentino, presenti rappresentanti del PCI, PSI, DC, PdUP, ha esaminato il piano particolareggiato per l’insediamento universitario nella piana di Sesto e ha espresso, all’unanimità, parere favorevole alla sua realizzazione (Elio Marini Paese sera 25 febbraio 1977.
Nelle intenzioni degli ideatori e dei progettisti il Polo doveva accordarsi con la vecchia centuriazione romana e, soprattutto, avrebbe dovuto essere un centro del sapere integrato con la città e non una cattedrale nel deserto
Un insediamento che sarà dotato di servizi specializzati quali biblioteche centralizzate, centro elaborazione dati, spazi di studio e di soggiorno, mense, foresterie, centro sportivo, etc. oltre a vasti spazi all’aperto: strade, piazze, verde, parcheggi. Un insediamento urbano, strutturato come una città tradizionale in maglie ed isolati che vanno a rafforzare formalmente il disegno dell’antica centuriazione romana della Piana (Domenico Cardini)
A chi è nato e vissuto in Valdirose non pare che l’obiettivo sia stato completamento centrato. Un centro sportivo bello ma mai messo veramente a disposizione dei sestesi; officine che si alternano agli istituti scientifici; pecore che vagano tranquillamente in quei vasti spazi all’aperto; lampioni che fanno rimpiangere quello a petrolio che al vecchio quadrivio “per la sua chiarezza di luce serviva al bisogno e al desiderio”; il vecchio borgo ristrutturato malamente e solo in parte. Credetemi si poteva fare meglio.
Daniele Niccoli