26 luglio 1343 – Cacciata del Duca d’Atene

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Porta Duca d'Atene
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

26 luglio 1343 – Cacciata del Duca d’Atene

Nel 1345 Re Edoardo III di Inghilterra si rifiutò di restituire i debiti da lui contratti per l’inizio della guerra dei cento anni contro la Francia. Così facendo, determinò il fallimento di alcuni banchi tra cui quelli dei Bardi e dei Peruzzi di Firenze innescando un processo a catena che coinvolse gravemente l’economia fiorentina già gravemente compromessa dalla guerra contro Pisa e dalle lotte fra le varie fazioni che ormai duravano da più di un secolo.

Per far fronte a questo stato di crisi i fiorentini si affidarono all’ennesimo podestà straniero: Gualtieri VI di Brienne, un nobile di origini francesi che si fregiava, fra gli altri, del titolo di Duca d’Atene. Si trattava di un titolo, se non usurpato, quantomeno non di attualità perché Gualtieri aveva dovuto fuggire da Atene quando era ancora bambino in seguito alla decapitazione di suo padre da parte dei nobili greci. Il governo di Gualtieri a Firenze fu dispotico e le misure economiche adottate particolarmente drastiche.

In dieci mesi e diciotto dì ch’egli restò signore, gli vennero alle mani, di gabelle e d’estimo e di prestanze e di condamnazioni e d’altre entrate, presso che quattrocentomila fiorini d’oro solo di Firenze (Giovanni Villani)

Può darsi che queste misure fossero anche salutari per l’economia come oggi sostengono alcuni storici, ma è certo che a distanza di dieci mesi dalla sua nomina i fiorentini, soprattutto i più ricchi, ne avevano abbastanza e si rivoltarono contro di lui.

Il giorno di Sant’Anna il duca d’Atene impaurito per le minacce di morte ricevute, rassegnò le dimissioni e scappò furtivamente dalla città. L’episodio fu vissuto per molto tempo come una vera e propria liberazione tanto che tutti gli stemmi del duca furono fatti scomparire.

Soltanto con la ristrutturazione ottocentesca ne è riemerso uno in via de’Calzaiuoli sulla facciata di un palazzo evidentemente antica abitazione di un sostenitore del Duca.

Duca d'Atene
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Nel frattempo i fiorentini, per ringraziare Sant’Anna, le dedicarono la chiesa di Orsanmichele. Una delle opere più meritorie del Duca d’Atene fu l’allargamento di Palazzo Vecchio dalla parte di via della Ninna. Proprio su questa strada si trova ancora oggi una porticina che nasconde una scala che permetteva allo stesso duca di uscire in strada partendo direttamente dalla sua camera all’interno del Palazzo. Il passaggio poteva tornare utile sia in caso di fuga repentina sia per gli spostamenti notturni del podestà noto anche per la sua lussuria. Non si deve dimenticare, infatti, che uscendo in via della Ninna a quell’epoca non ci s’imbatteva negli Uffizi, ma in un quartiere denominato Baldracca: un nome, una garanzia relativamente ai servizi che vi venivano offerti.

Palazzo Vecchio passaggio segreto del Duca di Brienne 2
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